Vita ridotta ad algoritmo: quando l’AI decide chi vive e chi viene eliminato!

Vita ridotta ad algoritmo: quando l’AI decide chi vive e chi viene eliminato!

Negli Stati Uniti, una coppia che cercava un figlio da diciannove anni è riuscita a ottenere una gravidanza grazie a un sistema di intelligenza artificiale e robotica.

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet, è stato realizzato presso il Columbia University Fertility Center di New York, ed è stato presentato come un successo “storico”.

Ma dietro la patina tecnologica e le parole come “miracolo” o “speranza”, resta una realtà fredda e innegabile: si continua a manipolare la vita umana come fosse un esperimento da laboratorio.

Il sistema si chiama STAR (Sperm Tracking and Recovery) ed è una tecnologia capace di scansionare milioni di immagini di un campione di sperma in pochi minuti, individuando anche gli spermatozoi apparentemente “invisibili” all’occhio umano.

L’algoritmo “decide” quali spermatozoi sono vitali e degni di essere utilizzati. Il resto viene scartato!

Nel caso specifico, il sistema ha analizzato oltre 2,5 milioni di immagini in circa due ore, identificando solo sette spermatozoi, di cui due mobili.

Questi sono stati iniettati in due ovociti maturi e hanno generato altrettanti embrioni, poi trasferiti nell’utero della donna.

Uno di questi si è impiantato con successo, dando origine alla gravidanza “miracolosa” che oggi i media celebrano come una vittoria della scienza. Ma davvero è una vittoria?

Si creano embrioni — molti — sapendo che la maggior parte verrà eliminata, scartata, congelata. Non c’è alcuna differenza sostanziale con l’aborto: anche qui, si decide chi vive e chi muore.

Oggi persino l’intelligenza artificiale entra in questo processo, rendendo automatica e impersonale la selezione della vita umana. Non è più l’uomo che sceglie, è la macchina!

E quando la macchina decide, la dignità dell’essere umano viene ridotta a un parametro di efficienza biologica.

La coppia al centro dello studio aveva affrontato undici cicli di stimolazione ovarica e innumerevoli fallimenti. Un percorso doloroso, che testimonia una realtà diffusa: l’infertilità è una malattia che merita cura, non scorciatoie artificiali.

Investire nella ricerca e nella medicina che curano l’infertilità — e non che la aggirano — è la vera strada etica e umana.

Per questo, vogliamo lanciare una grande campagna di sensibilizzazione online per raccontare la verità che molti tacciono: che la fecondazione assistita non è una risposta, ma una rinuncia al rispetto della vita nascente. Ma per farlo, abbiamo bisogno del tuo aiuto!

Con una donazione, anche piccola, puoi aiutarci a portare questa voce dove oggi domina la propaganda tecnologica. Sostieni la vita vera, non quella programmata da un computer!

La storia raccontata dagli esperimenti americani non è un passo avanti, ma un segnale d’allarme.

Quando una società accetta che sia un algoritmo a “riconoscere” la vita, ha già smarrito il senso della vita stessa.

Perché nel momento in cui deleghiamo a una macchina il compito di dire quale embrione è “degno” di proseguire e quale no, abbiamo già trasformato l’essere umano in un prodotto, in un codice tra milioni di altri.

Non si tratta più di accogliere un figlio, ma di produrre un risultato.

Difendere la vita oggi significa dire no a ogni forma di manipolazione, anche quando si traveste da progresso.

Solo così potremo ricostruire una cultura che riconosce che ogni essere umano — dal concepimento alla morte naturale — è unico, irripetibile e sacro.

Non c’è progresso quando si sacrifica l’innocente. Non c’è futuro quando la tecnologia si sostituisce al cuore.

Per questo, aiutaci, con la tua migliore offerta, a potenziare la nostra grande campagna di sensibilizzazione online per fermare la deriva etica che trasforma la vita in un esperimento.

Ogni contributo ci aiuterà a far risuonare una voce chiara e coraggiosa in difesa della vita umana, contro la logica che riduce il figlio a un “risultato tecnico”. Perché la vita non si compra: si ama e si difende!

Non è progresso creare vita in laboratorio: è smarrire il senso della vita stessa.

 

Dona