Vogliono uccidere un innocente!

Vogliono uccidere un innocente!

E' innocente, ma lo vogliono morto.

Vogliono eliminare il bimbo nel grembo della propria madre.

A pretenderlo sono le agenzie internazionali, in primis l’Onu con i suoi organismi.

Come il Comitato Cedaw, preposto formalmente ad eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne.

Di fatto, però, l’ultimo suo vergognoso rapporto ha preso di mira la Polonia, accusata di avere ancora un accesso limitato all’aborto, considerato un «diritto fondamentale».

Ma il popolo polacco, l’aborto, non lo vuole. Ed anche a livello parlamentare le opinioni sono alquanto divergenti in un governo, che è solo di transizione.

Per questo il premier Donald Tusk ha recentemente ammesso di non avere «una maggioranza a favore dell’aborto legale, nel pieno senso della parola».

Si vorrebbe che Varsavia si allineasse alle linee-guida dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra le quali figurano la «piena depenalizzazione e la legalizzazione dell’aborto».

Ma Varsavia non si allinea.

Non è la prima volta che il Cedaw esercita pressioni sugli Stati.

È una vergogna!

Non esiste alcun “diritto” all’aborto a livello internazionale, in nessun trattato sui diritti umani o risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

E allora perché questa foga di uccidere esseri umani nel luogo, che dovrebbe essere il più sicuro in assoluto, il ventre della loro madre?

Aiutaci anche tu a far sentire forte la nostra protesta!

Aiutaci a fare in modo che sempre più persone si uniscano a noi ed urlino un “NO!” chiaro, senza se e senza ma.

Vorremmo lanciare una campagna di informazione e di sensibilizzazione su larga scala. Però questo ha dei costi.

Per questo, ci rivolgiamo a te. Se riesci a donare 50 €, ci consenti di raggiungere 10.000 contatti. Con 25 €, possiamo raggiungere 5.000 contatti. E con 10 €, 1.000.

Da soli non possiamo farcela, ma insieme sì!

Se aspettassimo la soluzione solo dalle istituzioni, potremmo attendere invano.

Estremamente timida e vaga, infatti, la risposta fornita dal governo Tusk al Cedaw.

Si è limitato ad impegnarsi a garantire la parità di accesso ai servizi sanitari previsti dalla legge nazionale, aborto compreso.

Né una difesa della protezione legale del nascituro, né una difesa del diritto alla vita.

E soprattutto nemmeno un rimprovero alla commissione Cedaw per aver chiaramente oltrepassato con pretese assurde il suo stesso mandato, facendo pressioni pro-aborto sulla Polonia.

Il Cedaw meritava una risposta molto più forte… A questa gente le cose vanno cantate forti e chiare!

Dobbiamo spronare chi ci governa, fargli sentire la voce del popolo, che intona un inno alla vita. Tutti insieme!

Per questo, ti chiediamo di aiutarci a farlo con un piccolo contributo. Aderisci anche tu a questa imponente campagna di sensibilizzazione!

Non possiamo, proprio noi, in coscienza, tirarci indietro.

Significherebbe renderci complici dell’aborto! Significherebbe calpestare il quinto comandamento, «Non uccidere!».

Coraggio! Aiutiamoci in questo grande sforzo. È imponente, ma ne vale la pena. Lo dobbiamo a tutti questi piccoli!


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