5.858.488 di aborti praticati in Italia in 42 anni
Nei prossimi cinque anni, circa il 50% degli aborti sarà farmacologico.
Questo e altro è quanto emerge dal 2° Rapporto sui Costi e sugli effetti sulla salute della legge 194, presentato dall’Osservatorio Permanente sull’Aborto (OPA).
Prima di approfondire alcuni aspetti presenti nel Rapporto, ti invitiamo però a considerare la panoramica che viene fornita, la quale risulta senza dubbio salata da un punto di vista economico, ma soprattutto agghiacciante per il numero di vite perdute.
«I casi registrati nel 2019 e 2020 portano il numero ufficiale di aborti legali eseguiti nei primi 42 anni di applicazione della legge a 5.858.488.
Il costo cumulato dell’applicazione della legge 194 dal 1979 al 2020 è di 5 miliardi e 289 milioni di euro, corrispondente a un costo medio per aborto di 903 euro e a una spesa media annua di 126 milioni di euro.
Un fondo destinato a impieghi produttivi nel quale, nel corso dei 42 anni considerati, fosse stata accumulata ogni anno una cifra corrispondente alle spese abortive avrebbe raggiunto oggi una capitalizzazione totale di 12 miliardi e 611 milioni di euro».
Ci raccomandiamo, imprimi nel cervello questa cifra: 5.858.488.
È questo il numero che racconta il più feroce e sistematico crimine contro l’umanità e contro il popolo d’appartenenza, messo all’opera da una società che si presenta come “libera e democratica” e che afferma di avere come bussola “il rispetto dei diritti umani”.
Scendendo poi nei dettagli, all’interno del report si mette in evidenza come vi sia in atto una “migrazione abortiva” dall’aborto chirurgico a quello farmacologico.
«Nel 2020 il totale delle confezioni vendute di Norlevo (pillola del giorno dopo) e di ellaOne (pillola dei cinque giorni dopo) ha superato il mezzo milione, quasi il doppio rispetto al 2014. Ipotizzando un tasso del 25% di casi in cui la pillola provoca l’interruzione di gravidanza appena iniziata, estremamente prudenziale rispetto all’evidenza scientifica, si ottiene un numero di potenziali aborti che oscilla, tra il 2014 e il 2019, tra 15.000 e 30.000 circa».
Addizionando gli aborti farmacologici a quelli chirurgici la percentuale complessiva degli aborti effettuati nel Paese non diminuisce, come invece ci viene raccontato da enti pubblici e media.
Eppure, il ricorso all’aborto farmacologico presenta ancor più complicazioni rispetto a quello chirurgico. Le complicanze, infatti, per chi fa uso della pillola RU486, risultano essere «fino a 5 volte superiori rispetto all’aborto chirurgico».
Per non parlare del maggior rischio di avere dei parti prematuri successivamente, con la conseguenza di una maggiore probabilità di morte perinatale del feto o del neonato. Infine, viene evidenziata la correlazione tra la manifestazione di tumori al seno e l’interruzione di gravidanza farmacologica.
Nel report dell’Osservatorio, inoltre, sono presenti anche altri dati che lasciano sgomenti, perché sembrano portare indietro le lancette della storia.
Dal 2010 al 2020, secondo i dati dell’Istat – spiega l’Osservatorio – si è registrato un aumento del 10% di aborti spontanei tra le giovanissime «difficilmente spiegabile dal punto di vista medico», soprattutto se messo in relazione alla percentuale di aborti spontanei registrata nella classe di età dai 20 ai 34 anni, sensibilmente inferiore.
Da tale quadro se ne deduce che le giovanissime facciano sempre più ricorso a tecniche ‘fai da te’ per evitare nascite indesiderate.
Particolarmente significative, poi, le parole del prof. Benedetto Rocchi, docente presso l’Università di Firenze e presidente dell’Osservatorio, il quale ha affermato che «il costo stimato di applicazione della legge 194 è stato pari a 59,6 milioni di euro».
A cui vanno aggiunti i costi e gli oneri finanziari dovuti alle complicazioni varie, che ammontano a circa 5,5 milioni di euro, ossia al 10% delle spese abortive complessive.
Quasi superfluo ricordare che questi soldi sono naturalmente a carico dei contribuenti.
Non ti nascondiamo che abbiamo avuto grande difficoltà nel riportarti questi dati.
Perché ognuno di noi, in cuor suo, non può che leggere queste cifre con orrore e sdegno.
Tuttavia, è importante raccontare come stanno veramente le cose, provando così a squarciare quel velo di ipocrisia che spesso si nasconde dietro delle facili parole con cui si cerca di giustificare quello che è e resta un crimine terribile.
Quello che noi possiamo fare è esattamente questo: avere coraggio, raccontare come “gira” la realtà e, soprattutto, denunciare le storture e indire pubbliche mobilitazioni, non avendo paura né timore di nulla
Ti invitiamo a diffondere questi dati, a parlarne a tavola o al bar con parenti o amici, ad intavolare riflessioni che possano far riflettere, che possano indurre il tuo interlocutore a soffermarvisi su per un po'.
Per contribuire a questa missione, però, è necessario che tu ci sostenga moralmente ed economicamente. Altrimenti non potremo andare avanti ancora per molto.
I costi – come immaginerai – sono molti da sostenere e le fonti da cui attingere ben poche. Ecco perché ti chiediamo di darci la forza per resistere.
Vedrai che insieme riusciremo a vedere una società dove la Vita ritornerà ad essere il bene più prezioso. Crediamoci e combattiamo assieme questa faticosa ma entusiasmante battaglia.
Qualora volessi approfondire, ti raccomandoiamo la lettura del 2° Rapporto dell’Osservatorio Permanente sull’Aborto (OPA).