
600.000 euro per corsi gender a bimbi di 6 anni: una vergogna!
Cambiano il presidente degli Stati Uniti, il vento politico internazionale e perfino il Papa, ma l’ossessione della sinistra per l’ideologia gender, no.
La Regione Toscana ha deciso di stanziare quasi 600.000 euro di fondi pubblici per finanziare un progetto ideologico, rivolto addirittura a bambini delle scuole primarie.
Parliamo di minori di appena 6 anni, che si troveranno coinvolti nel programma triennale “Alla Pari – Comunità insieme verso il gender mainstreaming”, con il pretesto di “rimuovere stereotipi e ruoli di genere”.
Cosa si nasconde dietro “Alla Pari”
Questo progetto, finanziato attraverso le risorse del Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) 2021–2027, coinvolgerà circa 600 studenti e sarà portato avanti con il supporto di associazioni del territorio in collaborazione con il mondo della scuola.
Gli obiettivi dichiarati sono quelli di “destrutturare stereotipi”, “decostruire ruoli tradizionali” e “promuovere la parità attraverso il gender mainstreaming”.
Tuttavia, dietro queste espressioni si cela un chiaro intento ideologico: rieducare le giovani generazioni secondo una visione della persona e dell’identità sessuale liquida e fluida, dove ogni riferimento biologico e naturale viene relativizzato.
Un percorso educativo che non informa, ma plasma. Che non forma, ma confonde.
Il tutto con denaro pubblico e senza il coinvolgimento reale delle famiglie, che troppo spesso scoprono a posteriori ciò che viene insegnato ai loro figli.
La Toscana, terra di derive
La Toscana, ancora una volta, si conferma terra di sperimentazione ideologica della sinistra.
Dopo la discutibile legge regionale sul fine vita, che ha sollevato allarmi etici e giuridici in tutto il Paese, adesso la Regione, governata da Pd e Italia Viva, compie un altro passo inquietante: portare teorie divisive e controverse sui banchi di scuola, nel cuore del percorso formativo dei nostri figli.
E allora chiediamoci: è davvero questo il compito della scuola? È questo ciò che vogliamo insegnare alle nuove generazioni? Che l’identità è una costruzione variabile?
La scuola deve essere un luogo di conoscenza, non un campo di rieducazione ideologica. Deve trasmettere il rispetto per tutti, certo, ma senza negare la realtà biologica.
Chi permette tutto questo, chi lo finanzia, chi lo promuove – a partire dalla giunta Giani – si assume una responsabilità morale gravissima verso le famiglie e verso le future generazioni.
Non possiamo restare a guardare!
Non resteremo in silenzio, non volteremo lo sguardo altrove, non ci arrenderemo davanti all’ennesimo attacco alla libertà educativa e alla verità.
I bambini non possono essere strumenti nelle mani di chi vuole ridefinire la realtà secondo teorie divisive e astratte.
Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione indirizzata al Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, per chiedergli di intervenire per bloccare ogni forma di indottrinamento ideologico nelle scuole italiane, a partire proprio da casi come quello della Toscana.
Proteggere i più piccoli è un dovere di tutti. Non possiamo più restare a guardare!
Ma non possiamo fermarci qui! È fondamentale scuotere le coscienze e far capire a quante più persone possibile l’enorme pericolo che incombe sull’educazione dei nostri figli. E per riuscirci, abbiamo bisogno di TE, subito!
Con il tuo sostegno possiamo rafforzare la nostra battaglia, diffondere il nostro messaggio con ancora più forza e raggiungere milioni di persone su Facebook, dove ogni condivisione può fare la differenza.
Non c’è più tempo da perdere: proteggiamo l’innocenza dei nostri figli prima che venga cancellata.
Difendere i nostri figli oggi significa salvare il futuro di un’intera generazione. O agiamo ora, o domani sarà troppo tardi!