Agenda Lgbt e terroristi in Università?

Agenda Lgbt e terroristi in Università?

Siamo senza parole.

Erasmus+ è il programma più longevo tra quelli finanziati dall’Unione europea per l’istruzione e la formazione, la gioventù e lo sport.

Nato 37 anni fa, ha finora coinvolto più di 13 milioni di giovani.

Ora, dall’agenzia Avenir de la Culture, apprendiamo come, in realtà, tale programma serva anche per promuovere l’agenda Lgbt con centinaia di progetti ad hoc.

Si va dal «DragTivism» al «Training to Raise Awareness and inclusion of Transgender», dal «GAMe-based tools to Foster an Integrative model for early Gender Equality Education» all’«LGBTIQ Youth affirmative mental health approaches»,… E via, tristemente, elencando.

C’è anche un progetto coordinato dall’Italia, il «Pride Network Lead», finanziato con 250.000 € e che coinvolge Polonia, Grecia, Spagna e l’Accademia IRSEI di Palermo.

È finalizzato all’«inclusione delle persone LGBTQ+ nell’ambiente di lavoro», incoraggiando «l’apertura alla diversità e all’inclusione all’interno delle organizzazioni».

Tutto questo per «aprire la mente dei giovani» contro «il bigottismo, la ristrettezza mentale e l’odio».

Da non crederci! È un’autentica vergogna che i soldi pubblici – si tratta complessivamente di milioni di euro! - vengano sperperati in questo modo!

È giusto che la gente sappia, questi sprechi vanno denunciati. Con forza.

Abbiamo due modi per far sentire la nostra protesta.

Il primo è dato dall’aderire, se non l’hai ancora fatto, alla petizione di Generazione Voglio Vivere.

È indirizzata ai capi delegazione dei partiti di maggioranza al Parlamento europeo, affinché intervengano contro questo scempio.

Il secondo modo è quello di ampliare la nostra vasta campagna di sensibilizzazione.

Facebook è lo strumento più veloce ed efficace, affinché l’iniziativa abbia successo. Ma ha un costo.

Da soli non ce la facciamo a farcene carico. Ma, se ci aiuti, possiamo riuscirci.

Dobbiamo reagire a questo ennesimo attacco della lobby Lgbt, sferrato con soldi pubblici!

E non è neanche l’unico problema, che hanno le università…

A La Sapienza di Roma lo scorso 2 ottobre è stata invitata a parlare l’attivista palestinese Keila Khaled.

Costei è stata protagonista nel 1969 e nel 1970 di due dirottamenti aerei.

Oggi aderisce al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, che, secondo Unione europea e gli Stati Uniti, è un’organizzazione terroristica.

Eppure è stata invitata dagli studenti filopalestinesi dell’Ateneo, voluto da papa Bonifacio VIII nel 1303!

E tutto questo proprio pochi giorni prima del primo anniversario dell’attacco di Hamas ad Israele ed in pieno conflitto mediorientale. Un’incredibile provocazione!

Noi abbiamo sempre pensato all’università come ad un baluardo della cultura e del sapere, abbiamo sempre pensato che la sua fosse una missione educativa, non che promuovesse ideologie di vario tipo!

Facciamola tornare insieme ciò che è o che dovrebbe essere!


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