“Antiabortisti” dialoganti
“Ma è proprio inevitabile la rinuncia all’affermarsi (…) dell’impegno a favorire una pur difficile armonizzazione tra diritti e libertà?”
Questo è l’interrogativo che pone il prof. Mario Chiavario su “Avvenire”, a proposito del recente voto polacco e sugli effetti che avrà rispetto al delicato tema dell’aborto.
Il prof. Chiavario parte da una premessa sbagliata.
Il dovere di rispettare la vita umana, infatti, non può essere soggetto a condizioni, ad ipotesi mediane.
Se una forza politica ha i numeri, e dunque le possibilità, è a maggior ragione tenuta a fare ciò che ha promesso in campagna elettorale.
Ti ricordiamo che secondo i risultati pubblicati il 17 ottobre dalla commissione elettorale di Varsavia, il PiS (Diritto e Giustizia) è risultato essere il primo partito polacco con il 35,3 % dei voti.
Tuttavia questo risultato non gli garantisce la maggioranza dei seggi in Parlamento.
Infatti la Coalizione civica di Tusk, i partiti della Terza via e della Nuova sinistra hanno ottenuto complessivamente il 53,5 % dei suffragi.
Il PiS è membro dell’Alleanza dei Conservatori e dei Riformisti, partito politico europeo di cui fa parte anche Fratelli d’Italia.
Dai media nazionali ed internazionali è considerato un partito autoritario ed illiberale. Durante il decennio trascorso alla guida del Paese, molte sue decisioni sono state contestatissime.
Tra le più note spicca sicuramente la messa al bando quasi totale dell’aborto.
Proprio da queste considerazioni nasce l’interrogativo del prof. Chiavario che ti abbiamo riportato in apertura.
E come ci ha spesso abituato “Avvenire”, la posizione “cerchiobottista” sembra essere quella che più predilige.
Qualche tempo fa avevamo avuto già modo di fartelo notare riportandoti alcuni passaggi dell’editoriale di Giovanni Anzani, il quale non ha esitato a definire la proposta di legge “Un cuore che batte”, che abbiamo co-depositato in Cassazione, come un “atto di propaganda ideologica” ecc.
Adesso, in maniera molto più pacata, il prof. Chiavario non esita ad affermare, almeno implicitamente, che il Governo polacco prevedendo misure penali verso chi pratica l’aborto, esercita un “abuso” contro le donne.
Dispiace che il quotidiano della Conferenza episcopale italiana (Cei) assuma queste posizioni che obiettivamente risultano essere incomprensibili.
Anche se, come ricordavamo poc’anzi, ci abbiamo tristemente fatto l’abitudine.
Vedi, il problema non è la mancanza di impegno a favorire una pur difficile armonizzazione, come afferma il prof. Chiavario.
Si tratta semplicemente delle regole della democrazia.
Se un partito come il PiS in campagna elettorale promette di attuare una misura nel caso in cui andasse al Governo, ebbene è ai cittadini che lo hanno votato che esso deve rendere conto… a nessun altro.
E, soprattutto, occorre sottolineare un dato di non poco conto.
In questa specifica situazione ci sono in gioco degli assoluti morali, ovvero il “dovere di rispettare assolutamente la vita umana”, come rimarca in sua celebre enciclica un Papa proveniente proprio dalla terra polacca.
Che tipo di armonizzazione si può trovare con coloro che negano precipuamente ciò?
Non è dato sapersi… in compenso però la “linea moderata” fa sempre chic ed evita di dire le cose come stanno.
Atteggiamento che combatto nel modo più assoluto.
Perché mai come oggi è necessario avere coraggio e chiamare le cose con il loro nome, senza alcun timore e senza alcuna subalternità.
Perché è proprio avendo quest’atteggiamento pauroso e finto-dialogante che i temi della vita, della famiglia e della libertà educativa hanno subito uno spaventoso arretramento.
Arretramento a cui noi siamo chiamati a porre argine per riprenderci tutto ciò che abbiamo perso.
Lo dobbiamo ai nostri figli e nipoti ed alla società del futuro.
Forza, non perdere altro tempo e lotta insieme a noi!