La sacralità della vita “al passo dei tempi”

La sacralità della vita “al passo dei tempi”

All’interno del mondo pro-vita, almeno quello italiano, da sempre ci sono delle voci che sembrano non aver mai fatto pace con loro stessi.

Ci sono gli equilibristi, gli strateghi che si credono più o meno astuti, le persone che hanno una sensibilità comune ma che si piegano alla “logica dei tempi”, ecc...

Ti diciamo ciò perché, tempo fa, il quotidiano Avvenire si è espresso per bocca di un editoriale di Giovanni Anzani sulla proposta di legge “Un cuore che batte”, proposta di legge che Generazione Voglio Vivere assieme ad altre realtà ha contribuito a presentare e a depositare in Cassazione, lo scorso mese di maggio.

Ebbene, l’editorialista in questione sostiene che si tratti di un «atto di propaganda ideologica», fatto con «propositi e umori (…) resistenti alla macina dei tempi e ai sedimenti del costume».

Poco dopo Anzani rende ragione delle sue posizioni affermando che la Corte Costituzionale boccerebbe la proposta, come già accaduto in passato.

Inoltre, l’editorialista di Avvenire spiega che mostrare l’ecografia del feto alla madre e farle udire il suo battito cardiaco durante la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza – come prevede il comma 1bis dell’art. 14 della proposta di legge – costituirebbe un errore oggettivo.

Per quale ragione?

Perché strategicamente, sembra dirci Anzani, non desterebbe l’effetto desiderato; è l’empatia, infatti, e non la pressione di gesti soverchianti che indurrebbe la paziente a rivedere la sua scelta.

Vedi, è proprio leggendo delle spiegazioni del genere che forse si riesce a comprendere meglio ciò che viene addotto lungo l’articolo.

Evidentemente, infatti, vi è un equivoco di fondo che pregiudica l’intero scritto e che attiene la considerazione di certe azioni.

Come se l’empatia al quale fa riferimento Anzani, infatti, fosse una meteora che casca dal cielo e non possa essere accompagnata e irrobustita da un fatto concreto, che esiste e che si rende palese.

Il fatto è che non si vuole indurre la madre ad alcun «tormento emotivo», bensì alla consapevolezza che c’è una vita umana in gioco, che merita di essere ascoltata attraverso l’unico linguaggio in cui può esprimersi: il battito cardiaco.

Punto.

La “strategia” dell’editorialista di Avvenire, purtroppo, non ha dato alcun frutto lungo questi anni di vigenza della l. 194; per cui riesce davvero difficile comprendere chi propone cose trite e ritrite, fallite alla prova dei fatti, ed allo stesso tempo considera una proposta di legge come quella che abbiamo presentato, di natura ideologica.

L’ideologia è di chi legge la realtà con i paraocchi e non di colui che si apre alla speranza e testimonia la sacralità della vita dinanzi al mutare dei tempi.

Ti ricordiamo che per approdare in Parlamento la proposta di legge deve essere sottoscritta da 50.000 firmatari entro il 7 novembre. Per firmare è necessario recarsi nel proprio comune di residenza (per maggiori istruzioni operative puoi cliccare a questo link).

Rendiamoci visibili attraverso un gesto concreto; firmando la proposta attesti che i tempi possono cambiare e mutare quanto si desidera, ma la sacralità della vita resta ferma e inscalfibile, e c’è un popolo che è pronto a difenderla.


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