
Autorizzata l’eutanasia di Noelia. Contro il volere del padre. Fermiamo questa barbarie!
Perdere è un figlio è un’autentica tragedia.
Se muore il coniuge, si diventa vedovi. Se muore un genitore, si diventa orfani.
Ma, se a morire è il proprio figlio, «è un dolore così grande che non esiste nemmeno una parola per dirlo», ha affermato il Papa lo scorso novembre.
Immagina che però quel figlio muoia per eutanasia. A quel punto lo strazio è umanamente insostenibile.
Accade davvero. C’è una sentenza di mezzo ed il padre della giovane non può far niente per salvarla.
Noelia è una 24enne spagnola. Non riesce a muovere completamente le gambe a causa di una lesione del midollo spinale, conseguente ad un tentativo di suicidio attuato nel 2022.
Alla giovane è stato diagnosticato un disturbo della personalità. Manifesta una tendenza ossessivo-compulsiva.
Oggi si trova ricoverata presso un centro socio-sanitario, dove riceve un’assistenza assidua. C’è sempre chi si prende cura di lei.
Qualcuno dice di averla addirittura vista camminare con le stampelle. Ma lei ha deciso di farla finita.
Si è rivolta alla Commissione catalana di garanzia e valutazione. Ha chiesto l’eutanasia. E l’ha ottenuta. È stata autorizzata all’unanimità dai 19 membri della Commissione.
Il padre non poteva accettare tutto questo. Noelia non è in questo momento in grado di vedere le cose chiaramente.
Si è rivolto quindi alla Fondazione Avvocati Cristiani, grazie alla quale ha presentato ricorso, così da costringere il tribunale a bloccare l’assurdo processo, almeno temporaneamente.
L’udienza si è tenuta presso Palazzo di Giustizia, a Barcellona. La difesa ha sostenuto che, data la giovane età, le possibilità di guarire sono molto alte. E che la sua salute mentale è compromessa.
Il magistrato ha chiesto a Noelia ancora una volta se fosse proprio convinta. Lei ha ribadito di sì. Ha chiesto di procedere con l’eutanasia.
A quel punto il caso era chiuso. Secondo il giudice, suo padre non poteva contestare più in alcun modo il “diritto” della giovane a morire.
Non lo trovi scandalosamente disumano? È un meccanismo infernale, quello che si è messo in moto.
Ma noi possiamo fermarlo! Abbiamo due modi, entrambi efficaci, per farlo. Perché?
Perché ciò che accade in Spagna, si sta insinuando anche nell’ordinamento giuridico italiano. La Toscana ha da poco approvato una legge sul “suicidio medicalmente assistito” ovvero l’eutanasia.
È incostituzionale, ma è stata varata lo stesso. Perché per la maggioranza di Centrosinistra questa è una battaglia vessillare ovvero ideologica.
Ma anche in Lombardia è stata autorizzata l’autosomministrazione di un farmaco letale, fornito dal Servizio Sanitario Nazionale, ad una 50enne, affetta da sclerosi multipla progressiva.
Anche in questo caso contro ogni regola e contro ogni competenza. Per questo è urgente bloccare subito questi tentativi di introdurre il “suicidio medicalmente assistito” anche nel nostro Paese.
Il primo modo per farlo è quello di sottoscrivere, se non lo hai già fatto, la petizione promossa da Generazione Voglio Vivere «Fermiamo la cultura della morte! Difendiamo la Vita!».
È indirizzata al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affinché intervenga bloccando immediatamente qualsiasi iniziativa eutanasica in corso in Italia.
Il secondo modo consiste nel lanciare tramite i social una vasta campagna di sensibilizzazione, per far sentire alta la nostra protesta e trovare altri nuovi amici, pronti con noi a battersi per la vita. Per farlo, abbiamo bisogno però del tuo aiuto!
È importantissimo, perché ci si strazia il cuore al solo pensiero. Noelia, in un certo senso, è figlia di tutti noi. Per questo possiamo e dobbiamo opporci a questa inaccettabile sentenza di morte!
Nell’ultimo periodo la giovane ha cambiato idea diverse volte sull’eutanasia. Per questo il medico e lo psicologo, che le sono stati assegnati, si sono ritirati dal processo.
Ma ha lamentato di aver subito pressioni per indurla ad un ripensamento. Su questo ha fatto leva la decisione del magistrato.
Secondo l’avv. Polonia Castellanos, presidente degli Avvocati Cristiani, «le istituzioni dovrebbero creare protocolli per curare i disturbi mentali, anziché autorizzare l’eutanasia».
Ma soprattutto ha fatto un’affermazione, sulla quale tutti noi dovremmo riflettere: «La stessa cosa può accadere a chiunque. Con l’eutanasia legalizzata siamo tutti a rischio».
Nessuno escluso. Ecco, riflettiamo su queste parole. Perché sono tremendamente vere. Il caso come quello di Noelia può capitare a tutti.
E, francamente, quello che sta provando suo padre in queste ore, noi non vorremmo provarlo mai.