Avvenire ci riconosce un merito

Avvenire ci riconosce un merito

Finalmente un riconoscimento!

Il quotidiano “Avvenire” ha stilato un piccolo bilancio, citando anche noi di Generazione Voglio Vivere, su quanto ottenuto con la proposta di legge di iniziativa popolare: “Un cuore che nasce”.

Il 7 novembre era infatti l’ultimo giorno utile per firmare la proposta di legge.

“Quel che i promotori possono già dire, all’indomani della chiusura dei termini per le 50mila firme prescritte – scrive Francesco Ognibene – è che si è raggiunto l’obiettivo prioritario:

sensibilizzare le persone incontrate e aprire un confronto su un tema purtroppo diventato un tabù del dibattito pubblico come l’aborto”.

Fa davvero molto piacere che il quotidiano dei vescovi ci tributi questo merito.

Come giustamente ricorda Ognibene, l’obiettivo di Generazione Voglio Vivere e delle altre associazioni che hanno depositato la proposta di legge di iniziativa popolare in Cassazione, era anzitutto quello che si ritornasse a parlare apertamente di diritto alla vita del nascituro.

Nella società odierna vengono costantemente rivendicati i diritti più assurdi e improponibili. Guai, però, a parlare di diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale.

Non appena si indice una manifestazione di piazza o si affiggono dei manifesti a favore della vita, ecco che vengono prontamente indette delle contro manifestazioni (spesso anche violente) o si scatenano delle canee mediatiche atte a delegittimare l’avversario.

Non è più tollerabile che accada tutto questo.

Attraverso la presentazione di questa proposta di legge di iniziativa popolare, e al di là del risultato che conseguirà, si è voluto dare un segnale: ci siamo anche noi e con noi dovrete fare i conti.

“Un approccio che ha convinto molte persone, tra loro anche i vescovi di Terni, Lecce, Mileto, Sanremo e Vibo” (a questo breve elenco andrebbe aggiunta anche la voce del cardinale arcivescovo emerito di Genova, Angelo Bagnasco) ricorda il giornalista di “Avvenire”, che poi si domanda:

“Ma quale risultato può conseguire in termini culturali un’iniziativa come questa?”


Bagnasco


Ricordiamo che la proposta di legge depositata in Cassazione mira a introdurre all’art. 14 della attuale legge (194/1978) che disciplina l’aborto, il comma 1-bis, che recita:

“Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”.

Il messaggio culturale che si è voluto dare è quello di richiamare l’attenzione sull’identità e la natura del nascituro.

Attraverso la visione e l’ascolto della creatura che porta nel grembo, la donna prende ancor più coscienza del gesto che sta per compiere.

Non si intende minare nessuna libertà, né si vuole fare del terrorismo psicologico come diversi ci hanno accusato di fare.

Si intende semplicemente far passare il messaggio che quella creatura che la mamma porta nel grembo non è un “grumo di cellule”, ma una vita specifica che possiede un DNA unico ed irripetibile, differente da quello della madre e del padre.

Fa piacere che un quotidiano come “Avvenire”, talora non proprio tenero nei confronti di battaglie come questa, ci riconosca un merito.

Nei prossimi giorni potremo fare un bilancio dettagliato su come è andata la raccolta firme e che risultati ha raggiunto la proposta di legge di iniziativa popolare.

Intanto noi dobbiamo tenerci stretto il sano orgoglio di aver riportato sulla scena pubblica il tema dell’aborto e soprattutto della incommensurabile dignità della vita nascente.

Vita nascente calpestata ed umiliata quotidianamente da anni, ormai.

Cogliamo dunque anche l’occasione per ringraziarti di cuore per la firma preziosa che hai apposto sulla proposta di legge “Un cuore che batte”.

Ricorda che Generazione Voglio Vivere sei anzitutto tu.


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