Borsellino, legalizzazione delle droghe? Proposta da “dilettanti”

Borsellino, legalizzazione delle droghe? Proposta da “dilettanti”

Lo scorso 19 giugno titolammo la mail informativa con questo grido d’allarme: “siamo immersi in un mare di droga”.

In particolare, avevamo ripreso le parole sconvolgenti pronunciate da Alexis Goosdel, direttore dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt), il quale di recente ha affermato:

«Non abbiamo mai avuto così tanta droga contrabbandata o prodotta in Europa».

Probabilmente, l’evento tenutosi nella giornata di ieri presso la Camera dei Deputati, in occasione della “Giornata internazionale contro l’abuso di droga e il traffico illecito”, è stato promosso e presieduto dal premier Giorgia Meloni, proprio al fine di dare un messaggio chiaro su questo tema da parte di tutto il Governo.

Le parole del presidente del Consiglio Meloni sono state particolarmente incisive e non hanno lasciato adito a dubbi.

Ti mostriamo qui alcuni passaggi da ella pronunciati, che le sono valsi anche una dura contestazione da parte dei radicali di +Europa.

«Per troppo tempo si è considerata la droga alla stregua di una calamità, qualcosa di imprevedibile e inevitabile. – ha osservato il presidente del Consiglio – È un atteggiamento ipocrita, quello che accade continuamente non è inevitabile ed è tutt'altro che prevedibile. Quello che accade è stato tollerato, banalizzato, addirittura propagandato.

Viviamo in una vulgata che spaccia la droga come una forma di libertà, non riesco a capire come si faccia a considerare libertà qualcosa che ti rende schiavo. Punto primo, la droga fa male sempre e comunque. Ogni singolo grammo consumato si mangia un pezzo di te.

La droga ti illude che può rendere migliore la tua vita, ma in realtà ti impedisce di viverla fino in fondo. Ti illude che può renderti più forte, ma in realtà ti indebolisce.

Seconda cosa, le droghe fanno tutte male. Non ci sono distinzioni sensate: chi racconta il contrario vi sta dicendo una menzogna e lo sa. Dire che le droghe non sono tutte uguali è un inganno che ha prodotto conseguenze pesantissime sulla nostra società.

Dicevano che rendendo meno trasgressivo l'uso di alcune sostanze per i giovani ne sarebbe diminuita la diffusione, ma non è andata così. L'Italia ha scalato le vette europee per uso di cannabis tra gli studenti e le dipendenze sono sempre più diffuse tra i giovanissimi».

Tra i principali contestatori dell’intervento di Giorgia Meloni c’è stato Riccardo Magi, segretario di +Europa, il quale ha interrotto il discorso del premier esibendo un cartello antiproibizionista, che recava scritto: “Cannabis: se non ci pensa lo Stato, ci pensa la mafia”.

Poco dopo Magi è stato intervistato da alcune televisioni e webtv di alcuni quotidiani – l’intervista puoi ascoltarla al video di seguito –, recitando le solite litanie riguardo le ragioni che lo hanno portato a contestare il presidente del Consiglio.

Perché le definisco solite litanie?

Perché la propaganda radicale, e di ampia parte della sinistra, riposa quasi sempre e pressoché esclusivamente su una “credenza” al limite della superstizione, di cui ti abbiamo già parlato nella mail informativa del 19 giugno, mostrandoti un video di un “certo” giudice di nome Paolo Borsellino che risponde proprio sulla questione, in occasione di un suo intervento tenuto a Bassano del Grappa nel 1989.

Di seguito ti riportiamo le parole di Magi, così comprenderai al volo a cosa facciamo riferimento:

«Siamo convinti che è esattamente l’incapacità del Governo di affrontare questa situazione, che crei maggiori danni da un punto di vista sociale, (da un punto di vista) della salute dei cittadini, ma soprattutto che sia il maggiore alleato della criminalità organizzata».

Come ti dicevamo, l’autorevolezza di molti magistrati e di un nome su tutti che ha dato la propria vita per combattere il fenomeno mafioso come Paolo Borsellino, smentisce categoricamente il fatto che la legalizzazione delle sostanze stupefacenti costituirebbe la cura migliore per contrastare la mafia.

E poi – ammesso e non concesso fosse vero – sarebbe del tutto legittimo e persino doveroso chiedersi: a che prezzo?

Trascriviamo di seguito le parole del giudice Borsellino riprese nel video che ti abbiamo allegato poche righe fa:

«No, la legalizzazione degli stupefacenti non può rappresentare un momento per combattere la mafia. Intanto perché - come mi sembra di aver chiarito - non bisogna stabilire un’equazione assoluta tra mafia e traffico di sostanze stupefacenti.

La mafia esisteva ancor prima del traffico delle sostanze stupefacenti e probabilmente, se per miracolo divino questo traffico scomparirà, la mafia continuerà ad esistere ancor dopo. Perché l’essenza della mafia non è il traffico di stupefacenti.

Pensate che i primi trafficanti di stupefacenti in Italia non furono i mafiosi: furono i contrabbandieri di tabacchi lavorati esteri, perché, avendo dei canali per importare i tabacchi, li utilizzarono per importare qualcosa che rendeva molto di più, ma prendeva molto meno spazio (…)

Fu in un secondo tempo che la mafia, accortasi dell’importanza del business, cooptò dentro di se questi contrabbandieri. (…)

Oggi è vero che il business più importante della mafia è il traffico delle sostanze stupefacenti. E qualcuno ha sostenuto che se noi eliminiamo il traffico clandestino e legalizziamo il consumo di droga abbiamo contemporaneamente levato dalle mani della mafia la possibilità di (avere) questi guadagni illeciti ed essere così potente.

Tuttavia forse non si riflette che la legalizzazione del consumo di droga non eliminerebbe affatto il mercato clandestino, anzi avverrebbe che le categorie più deboli e meno protette sarebbero le prime ad essere investite dal mercato clandestino. Perché non riesco ad immaginarla una qualsiasi forma di legalizzazione che consenta al minore di entrare in farmacia e andarsi a comprare la sua dose di eroina.

Tra l’altro, una legislazione del genere, in Italia, alla luce dei nostri principi costituzionali, non è possibile. È chiaro quindi che ci sarebbe questa fascia di minori che sarebbe immediatamente investita dal residuo traffico clandestino.

Persisterebbe poi un ulteriore traffico clandestino che è quello delle droghe micidiali che lo Stato per la stessa ragione non potrebbe mai liberalizzare (…)

Conseguentemente mi sembra che sia da dilettanti di criminologia quello di pensare che liberalizzando il traffico di droga sparirebbe del tutto il traffico clandestino e si leverebbe queste unghie all’artiglio della mafia. (…)».

Se non l’avessi fatto ti consigliamo di continuare la lettura di ciò che dice il giudice Borsellino o di vedere il video del suo intervento, perché quel che egli afferma smentisce clamorosamente ciò che una certa vulgata di sinistra va raccontando in merito a questo fenomeno.

La cosa più importante, però, è che tu rifletta bene sulla questione che hai visto e soprattutto che colga i sofismi che l’opposizione sbandiera.

Aiutaci a divulgare questa mail, diffondila tra i tuoi contatti, amici, conoscenti, parenti…

Non dimenticare che spetta a noi aiutare e stimolare le persone a ragionare con la propria testa e a non lasciarsi tediare dalle idiozie che sentono ogni giorno.

Ti chiediamo di sostenere moralmente ed economicamente i nostri sforzi, ricordandoti che – con l’aiuto di Dio – sei tu padrone del tuo destino.

Se vuoi veramente iniziare a cambiare le cose; far conoscere all’opinione pubblica questioni e fatti che la propaganda mediatica oscura e distorce; continuare a mobilitare sempre più persone in difesa della Vita, della Famiglia e della Libertà educativa…

Ebbene, ti chiediamo di darci una mano e di battagliare al nostro fianco, contribuendo anche economicamente alla crescita dell’organizzazione.

Noi crediamo in un mondo diverso: costruiamolo insieme!


Dona