“Buona morte”? No, carne da macello…
Sai, non lo augureremmo a nessuno. Nemmeno al peggior nemico.
Ci addolora profondamente sapere che tante persone sono state tradite da una semplice parola, “eutanasia”.
Deriva dal greco e vuol dire “buona morte”. Il suono è allettante, per molti seducente… Però falso ed il sogno si trasforma in incubo. Quando ormai è troppo tardi. Per molti è finita così.
I promotori di eutanasia e suicidio assistito non lo dicono, tacciono la verità: se divenisse di dominio pubblico, perderebbero consensi.
Ma a te possiamo parlarne liberamente, perché sappiamo che condividiamo gli stessi Valori, gli stessi Ideali.
Secondo un sondaggio svolto dall’agenzia britannica Survation, il 78% degli intervistati è preoccupato di morire dopo agonie, complicazioni, dolori e sofferenze.
Per questo teme una legge sul suicidio assistito. Ed a ragione. Ma per esorcizzare tutto questo a Londra si è giunti al punto di sponsorizzare la morte. A colpi di spot.
È quanto avvenuto in tutte le metropolitane della capitale inglese, dove sono comparsi dei manifesti pubblicitari, per promuovere suicidio assistito ed eutanasia.
Meglio farsi ammazzare che essere un peso per la società: questa è l’ipocrisia, che si cerca di veicolare. Non possiamo accettarla. È macabra e disumana. Sei d’accordo con noi?
A firmare i manifesti è l’associazione Let Us Choose, che già nel nome è tutto un programma: non considera la vita umana sacra ed inviolabile, bensì semplice materia a nostra disposizione.
La gente non ne può più di esser presa in giro in questo modo. Non a caso forti e sdegnate si sono levate le critiche al sindaco di Londra, Sadiq Khan, per quell’inopportuna campagna pubblicitaria.
Ad averla autorizzata è lui, infatti, in quanto presidente della società che gestisce la metropolitana londinese. In molti han definito quei manifesti «totalmente vergognosi», «choccanti» e «malvagi».
È ora di finirla, dobbiamo dire “basta” a questa cultura di morte, che elimina i problemi, anziché risolverli!
Vogliamo lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione contro quanti propongano suicidio assistito ed eutanasia come falsi rimedi.
Facebook è il mezzo più veloce, sicuro ed efficace per farlo, ma ha un costo, che noi da soli non riusciamo a sostenere.
Se ci dai una mano, insieme possiamo farcela! È molto importante combattere battaglie come questa e contrastare insieme simili pubblicità, decisamente di pessimo gusto.
Oltre tutto è stata sapientemente orchestrata dalla stessa Sinistra, che si trova al governo in Inghilterra col premier Keir Starmer.
I grandi media non ce l’hanno detto, ma il Parlamento britannico lo scorso 29 novembre ha approvato una proposta di legge, il Terminally ILL Adults (End of Life) Bill, di cui ti abbiamo già parlato in questo articolo.
Prima firmataria ne è la deputata laburista Kim Leadbeater. Punta a legalizzare il suicidio assistito, a tutt’oggi vietato nel Regno Unito.
Ora nulla è ancora detto. L’abominevole testo dovrà affrontare mesi di accesi dibattiti e battaglie, poiché per divenire legge è necessario che lo approvino entrambe le Camere.
E la Chiesa ha già alzato con forza la sua voce contraria. Il cardinale Vincent Nichols ed i vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia si sono mobilitati a viso aperto contro questo disegno di legge.
Quello che invocano le Sinistre ed i Radicali a Londra, è la stessa cosa che invocano anche in tutta Europa e negli Stati Uniti! Non a caso sono gli stessi, che vogliono l’aborto libero…
Dobbiamo protestare a gran voce, perché ci stanno raccontando un mare di menzogne!
Uno dei manifesti apparsi a Londra mostra una donna, che balla in cucina, mentre una scritta recita: «Il mio ultimo desiderio è che la mia famiglia non mi veda soffrire». Il che è falso! Lo sanno!
Per questo ti chiediamo di aiutarci, è urgente! Dobbiamo dire alla gente quella verità, che viene da loro taciuta. Dobbiamo farlo in nome del quinto Comandamento: «Non uccidere».
La stessa Gaudium et Spes, costituzione pastorale sulla Chiese nel mondo contemporaneo, pone espressamente tra i mali morali intrinseci l’eutanasia ed il suicidio volontario.
E la scienza lo conferma. Il dottor Lonny Shavelson, medico di Berkeley, è ritenuto colui che in quello Stato ha praticato e pratica in assoluto più suicidi assistiti.
Ebbene, proprio lui ha dichiarato a MedicalXPress che molte volte coloro che chiedono di morire sperimentano, prima del decesso, agonie prolungate.
Il dottor Gary Pasternak, direttore medico del Mission Hospice di San Matteo, ne ha chiarito la ragione: «Il pubblico pensa che basti una pillola e tutto sia finito. Ma la realtà è più complicata».
A mettere in guardia il Parlamento britannico ha provveduto nel 2021 anche il dottor Brick Lantz, chirurgo dell’Oregon e direttore dell’Accademia Americana di Etica Medica.
Ha spiegato come ci si trovi spesso di fronte a fallimenti “brutali” e “non rari” da parte dei farmaci utilizzati per indurre il suicidio assistito.
Alcuni pazienti muoiono in tempi relativamente rapidi. Ma per molti altri l’agonia può durare da sei a nove ore. E talvolta anche per giorni.
È questo che non ci dicono, cercano di mettere tutto a tacere. Perché sanno che la realtà è tremenda, per questo la tengono segreta. Ma sappiamo che con te possiamo parlarne.
Non vogliono che si sappia delle complicazioni - come convulsioni o rigurgiti di parte della dose letale -, che spesso insorgono in chi voglia darsi la morte.
Nello Stato di Washington un terzo di coloro che hanno scelto il suicidio assistito ha patito una morte prolungata, molti sono stati i casi di decesso per asfissia.
È nostro dovere far aprire gli occhi sulla realtà, che è questa! Dobbiamo farlo sapere a quanta più gente possibile prima che sia troppo tardi, per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!
La dottoressa Bernadette Flood ha scritto al British Medical Journal, dopo aver esaminato la letteratura sulle complicanze nei casi di morte assistita avvenuti in Olanda.
«Alcuni dei farmaci utilizzati per suicidio assistito ed eutanasia sono stati usati in precedenza nelle esecuzioni – ha scritto – Il ricorso a queste sostanze è stato definito “disumano”».
Agghiacciante. Ed ha concluso: «Il processo di suicidio assistito e/o di eutanasia non può garantire una morte pacifica, indolore e dignitosa».
Claud Regnard, consulente di cure palliative, ha scritto un libro, The Reality of Assisted Suicide: Understanding the Issues (La realtà del suicidio assistito: capire i problemi-NdT).
In esso scrive che, secondo i dati disponibili, circa 1 morte su 5 per suicidio assistito comporta complicanze. Si parla di decessi prolungati, dolorosi e con sofferenze orribili.
Il modo migliore per affrontare il problema della sofferenza nel fine-vita è quello di ricorrere a cure palliative di alta qualità, benché certamente più costoso di un cocktail di farmaci letale.
Ma questo viene taciuto al grande pubblico. Pochi lo sanno. Vengono deliberatamente ingannati. È questo che ci addolora, capisci?
Come possiamo starcene tranquilli, sapendo che molti, troppi stanno finendo al macello?
Gli elettori della Virginia Occidentale lo hanno ben compreso, infatti hanno approvato un emendamento costituzionale, teso a scongiurare il pericolo di suicidio assistito.
È la prima volta che il cosiddetto “diritto di morire” viene bocciato.
Conoscere salva. È il caso di dirlo. Per questo, ancora una volta ci permettiamo di insistere e di chiederti aiuto, perché sappiamo che, con noi, condividi la Buona Battaglia.
Lanciamo insieme una vasta campagna di sensibilizzazione per rendere quanta più gente possibile consapevole dell’orribile inganno, che si cela dietro il miraggio della “buona morte”.