Che fine hanno fatto i cattolici nel PD?

Che fine hanno fatto i cattolici nel PD?

Dopo l’abbandono dell’ex ministro Giuseppe Fioroni, tra i cattolici in seno al Partito Democratico sembra essersi abbattuto un silenzio tombale.

Gli interrogativi che si poneva il giornalista Francesco Affossi in un articolo del 1° marzo, su Famiglia Cristiana, intitolato: “Ma c’è ancora posto per i cattolici nel PD di Elly Schlein”?, sono ancora tutti sul tappeto.

Osserva Affossi:

«Forse la Schlein – che chi la conosce dipinge molto più avveduta e meno movimentista nella prassi politica di quanto lo sia in campagna elettorale - cercherà di mediare le posizioni e i valori in campo, cattolici compresi».

«Oppure – ed è un’altra ipotesi con cui bisogna fare i conti - la neo segretaria del Pd, con la sua storia e il suo programma, andrà avanti fino in fondo, conscia della possibile irrilevanza – che grazie a lei verrà conclamata - della categoria ontologica del cattolico in politica».

La questione da porsi sarebbe più che altro quella di interrogarsi sulla categoria ontologica del cattolico che fa politica nel PD.

Questione che probabilmente è materia da affrontare più sul lettino dello psicoanalista che nelle sedi dei circoli.

Fino ad ora si è registrato «solo un imbarazzato silenzio e qualche balbettio, che potrebbe preludere a qualunque cosa» (Ma c'è ancora posto per i cattolici nel Pd di Elly Schlein? - Famiglia Cristiana).

Tuttavia, qualche piccolo interrogativo sembra inizi a farsi strada, almeno a quanto raccoglie Il Foglio.

«All’interno delle componenti del cattolicesimo democratico cresce l'apprensione per la linea gender di Schlein. "La segretaria tuteli tutte le sensibilità. No alle forzature"» (L'ansia dei cattolici Pd: "Sulle adozioni delle coppie gay rischiamo di essere radicali e velleitari” | Il Foglio).

Dichiarazioni del genere fanno letteralmente a pugni con la realtà e vivono esclusivamente di equilibrismo politico.

Il problema è che non sono in pochi a “convivere” con questa situazione.

Ci auguriamo che trovino il coraggio e smettano di illudere se stessi e gli incauti elettori che seguono strade simili, continuamente lastricate da contraddizioni che anno dopo anno si fanno sempre più evidenti.

Venendo all’attualità, si può senza ombra di dubbio sostenere che non è razionalmente e praticamente possibile conciliare l’essere a favore delle adozioni omosessuali ed esprimere la propria contrarietà a quella pratica barbara che è l’utero in affitto.

È bene metterselo in testa, guardarsi allo specchio e evitare di offendere il proprio intelletto.

Dico ciò perché ti possiamo assicurare che sono in tanti a pensare che non vi sia alcun nesso tra le adozioni omosessuali e la pratica dell’utero in affitto.

E invece non è così, ed è perfino superfluo spiegarlo, perché è la natura a parlare!

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