Coppie LGBT, no ai congedi parentali!
È davvero incredibile quanto sta avvenendo!
Il Tribunale di Bergamo ha ordinato all’INPS di modificare il sistema informatico, affinché sia consentito alle coppie omosessuali di accedere alle richieste di congedi parentali (AgenPress).
Ricordiamo cos’è il congedo parentale e a quali requisiti deve corrispondere:
“Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro, concesso ai lavoratori e alle lavoratrici per prendersi cura del proprio figlio nei suoi primi anni di vita e soddisfarne i bisogni affettivi e relazionali.
Durante tale periodo di assenza dal lavoro, i lavoratori e le lavoratrici percepiscono un’indennità economica sostitutiva del reddito da lavoro” (Dipartimento per le politiche della famiglia).
Non noti anche tu qualcosa di strano?
Come possono le coppie omosessuali fruire del congedo parentale quando l’ordinamento italiano non riconosce la genitorialità di una coppia omosessuale?
E a dire ciò non siamo noi, ma Rete Lenford – ossia una rete legale a sostegno dei diritti LGBTI – che scrive in una pagina del suo sito le seguenti parole:
“In Italia non esiste una legge che regolamenti e tuteli la genitorialità di una coppia omosessuale. Per questo il nostro ordinamento riconosce solo la responsabilità del genitore biologico del bambino, mentre il genitore elettivo, dal punto di vista legale, non esiste”
E allora qualcosa proprio non va, e non ci vuole un genio per capirlo. La decisione del Tribunale di Bergamo è semplicemente inspiegabile.
Sembra che si voglia forzare la mano ad andare in una direzione contraria a quanto prevede la legge dello Stato.
Oltretutto, a danno delle casse pubbliche e dei contribuenti italiani.
Non possiamo permettere che avvenga tutto ciò, dobbiamo assolutamente agire per richiamare l’attenzione su quanto è accaduto e sulle ripercussioni che potrà avere.
Abbiamo deciso perciò di indire una petizione indirizzata alla commissaria straordinaria dell’INPS Micaela Gelera con la quale chiediamo di prendere immediati provvedimenti legali al fine di porre fine ad una decisione illegittima.
La legge dello Stato non può essere disattesa in maniera così palese. I contribuenti italiani non possono essere presi in giro in questo modo.
Abbiamo l’ardire di dire che hai l’obbligo morale di firmare adesso questa petizione, se tieni ancora alla tua libertà e ai contributi che hai versato o stai versando.
Ma, soprattutto, se hai a cuore la difesa della società imperniata sulla famiglia composta da un uomo e da una donna.
Aiutaci a raggiungere il più alto numero di firme, per far comprendere ad alcuni che c’è un popolo composto da persone e famiglie che non ne possono davvero più di quella che sta diventando, sempre più, una vera e propria “colonizzazione ideologica”.