“Diritti LGBT” e diritti umani: una precisazione importante
Da giorni ormai non si fa che parlare di diritti per la comunità LGBT.
Già da diversi anni, è consuetudine stilare statistiche aggiornate di anno in anno, in cui si classificano i Paesi rispetto alle “libertà” che essi accordano agli omosessuali, alle lesbiche, ai transessuali e quant’altro.
In Occidente uno dei principali criteri su cui si misura la qualità e l’affidabilità di una democrazia, passa inevitabilmente dai diritti accordati o meno da tale Stato o da talaltro Paese, alle “minoranze” gender fluid.
Un discorso che secondo diversi analisti ha contribuito a dare una svolta in tal senso, è quello che tenne l’allora Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, il 6 dicembre 2011 a Ginevra.
Durante il discorso tenuto in occasione della Giornata mondiale dei Diritti Umani, promossa dalle Nazioni Unite, ella disse che
«i diritti gay sono diritti umani e i diritti umani sono diritti gay».
Poco dopo aggiunse:
«Si violano i diritti umani quando si picchiano o uccidono persone a causa del loro orientamento sessuale o perché non si conformano alla norma culturale su come gli uomini e le donne dovrebbero apparire o comportarsi.
Si violano i diritti umani quando i governi dichiarano illegale essere gay o non puniscono coloro che fanno del male alle persone gay (…)».
E infine:
«Essere gay non è un’invenzione occidentale; è una realtà umana».
Innanzitutto occorre osservare che chi esercita violenza su una persona umana viola il principale diritto umano, che è il diritto alla vita.
Tuttavia, non va dimenticato che ogni diritto implica un correlativo dovere: in questo caso il dovere di “non uccidere”, 5° precetto del Decalogo biblico.
In secondo luogo, non esistono “norme culturali” a cui conformarsi o meno, ma esiste una legge naturale, di cui il Decalogo costituisce «un’espressione privilegiata» «accessibile alla ragione» (n. 2070-2071), in quanto iscritto nella natura umana.
La legge naturale è il riflesso dell’ordine naturale, di cui il creato – e quindi la realtà umana – è informato.
Questa è la realtà umana, senza “se” e senza “ma”.
Quali sono dunque gli “autentici” diritti umani?
Nell’enciclica Centesimus Annus (n. 47), Giovanni Paolo II ne traccia sinteticamente un elenco:
«il diritto alla vita, di cui è parte integrante il diritto a crescere sotto il cuore della madre dopo essere stati generati;
il diritto a vivere in una famiglia unita e in un ambiente morale favorevole allo sviluppo della propria personalità;
il diritto a maturare la propria intelligenza e la propria libertà nella ricerca e nella conoscenza della verità;
il diritto a partecipare al lavoro per valorizzare i beni della terra ed a ricavare da esso il sostentamento proprio e dei propri cari;
il diritto a fondare liberamente una famiglia ed a accogliere e educare i figli, esercitando responsabilmente la propria sessualità.
Fonte e sintesi di questi diritti è, in un certo senso, la libertà religiosa, intesa come diritto a vivere nella verità della propria fede ed in conformità alla trascendente dignità della propria persona».
Con “propria fede” si fa evidentemente riferimento all’unica vera fede.
Come vedi, è quanto mai opportuno quando si parla di diritti umani e li si associa automaticamente ai “diritti LGBT”, fare delle dovute precisazioni.
È necessario ricordare a tutti l’importanza di questi dati oggettivi inscritti nella natura umana e chiarire il significato di certi termini.
Non possiamo e non dobbiamo tirarci indietro dinanzi alle eventuali richieste di spiegazioni e alle chiarificazioni che dobbiamo al nostro prossimo, in particolar modo a chi cade nelle trappole dialettiche degli avversari.
Con forza e fiducia dobbiamo approfondire e spiegare continuamente le cose che hai appena letto.
Noi siamo qui per aiutarti a fare questa battaglia strada per strada, quartiere per quartiere, città per città.
Dacci la forza di continuare quest’opera e vedrai che con l’aiuto di Dio fronteggeremo ogni assalto e ne usciremo vittoriosi.