Dobbiamo difendere la Vita, non legittimare la morte!
Il dibattito sul fine vita tocca la coscienza di ognuno di noi, ponendoci domande essenziali: cosa significa vivere? La morte può mai essere una soluzione?
Parlare però di eutanasia senza riflettere sul valore della vita è un errore fatale.
Se una società smette di credere nella dignità della vita, anche nella sofferenza, finisce per trasformare la morte in una risposta accettabile.
Ed è proprio questo che sta accadendo! In Toscana e in altre regioni italiane si tenta di introdurre il suicidio assistito con il pretesto della libertà di scelta.
Ma è davvero libertà quella di chi, lasciato solo nel dolore, non riceve altro che la possibilità di morire?
L’Europa sull’orlo del baratro: Francia e Gran Bretagna
Basta guardare a Francia e Regno Unito per comprendere il pericolo di questa deriva.
Il primo ministro francese François Bayrou propone una legge che mescola due elementi contraddittori: da un lato, il potenziamento delle cure palliative; dall’altro, la legalizzazione della morte assistita.
Un’operazione politica che, offrendo un bene certo (le cure), introduce un male irreversibile (l’eutanasia), ingannando l’opinione pubblica.
Ma la società francese non è rimasta in silenzio. Molti medici e cittadini si oppongono a questa deriva, consapevoli del rischio di trasformare la morte in una soluzione accettata e perfino incentivata.
Nel Regno Unito, una legge simile è stata approvata a novembre in Inghilterra e Galles, ma ora la resistenza della classe medica mostra le sue falle.
I medici britannici rifiutano di essere ridotti a meri esecutori di morte, rivendicando il diritto all’obiezione di coscienza e ricordando che il loro dovere è curare, non eliminare.
È ora di finirla, dobbiamo dire “basta” tutti insieme a questa cultura di morte!
Per farlo, chiediamo il tuo prezioso aiuto, affinché possiamo incrementare sempre più la nostra vasta campagna di informazione e sensibilizzazione per difendere la dignità della vita e smascherare l’inganno dell’eutanasia.
Il diritto di scegliere…ma quale scelta?
I sostenitori dell’eutanasia parlano di libertà, ma possiamo davvero definirla tale quando la società offre la morte invece di investire nelle cure palliative? Chi soffre non ha bisogno di una via d’uscita, ma di una mano tesa, di sostegno, di dignità fino all’ultimo respiro.
Questo non è un diritto. È una resa!
La resistenza dei medici francesi e britannici dimostra una verità innegabile: chi si prende cura dei malati sa che la risposta alla sofferenza non è abbreviare la vita, ma accompagnarla con compassione e rispetto.
Un medico che si fa complice della morte non è più un medico, ma l’ingranaggio di una società che ha smesso di prendersi cura delle persone più fragili.
Quale futuro vogliamo?
Che tipo di società vogliamo? Una che tutela la vita e investe nella dignità dei malati o una che, dietro la maschera della libertà, trasforma la morte in una scelta accettabile?
La battaglia sull’eutanasia non è solo giuridica. È una battaglia morale, una battaglia per l’anima stessa della nostra civiltà.
Non possiamo restare in silenzio! Perché non c’è futuro in una società che rinuncia a difendere la vita.
Ti chiediamo, quindi, di darci una mano a rendere quanta più gente possibile consapevole dell’orribile inganno, che si cela dietro il miraggio della “buona morte”. Ogni contributo è fondamentale per diffondere il nostro messaggio.
La vita è un dono, non un peso da eliminare. Difendiamola, sempre!