
Ecco perché la fecondazione artificiale distrugge vite ed anime umane
Era prevedibile che, prima o poi, accadesse.
Lo scorso 12 aprile, in Australia, una donna ha dato alla luce, senza saperlo, il figlio di un’altra, dopo aver ricevuto il suo embrione dalla clinica di fecondazione in vitro Monash IVF di Brisbane.
La clinica si è subito scusata, affermando che si è trattato di un «errore umano». Ma il bimbo, nel frattempo, è nato ed ora le due famiglie sono pronte ad un’azione legale.
Cosa accadrà del piccolo? Verrà “restituito”? Verrà tenuto dai “committenti”? Qualsiasi scelta adesso si compia risulta comunque moralmente sbagliata.
Queste notizie dimostrano solo quanto la società contemporanea dimentichi, anzi calpesti deliberatamente il diritto naturale e la vita umana. Con risultati orrendi.
Pretendere l’uomo autonomo, indipendente da ogni autorità divina ed umana, padrone assoluto di sé medesimo ed arbitro supremo delle proprie azioni è un’eresia.
«Eresia – scrisse mons. Andrea Scotton nel suo Corso completo di Catechismo – che si professa agnostica ossia ignorante e intanto si rizza contro la Chiesa in nome della scienza» immanente.
Il mondo fisico osserva la legge di natura ciecamente, gli esseri razionali sono invece liberi di osservarla o trasgredirla, sotto sanzione però del premio o del castigo.
La fecondazione artificiale non fa eccezione, non si sottrae a queste logiche. Quello che viene definito «errore umano», in realtà, rappresenta una trasgressione della legge morale naturale.
Con conseguenze terribili. Ancora una volta è il Catechismo della Chiesa Cattolica, che rappresenta per noi una facile e sicura guida.
Al n. 2376 spiega come «le tecniche che provocano una dissociazione dei genitori, per l’intervento di una persona estranea alla coppia, sono gravemente disoneste».
È questo il caso del dono di sperma o di ovocita come del prestito dell’utero. Ledono «il diritto del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui e tra loro legati dal matrimonio».
Tradiscono «il diritto esclusivo degli sposi a diventare padre e madre soltanto l’uno attraverso l’altro».
Il n. 2377 del Catechismo specifica che, quand’anche «praticate in seno alla coppia, tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali omologhe) rimangono moralmente inaccettabili».
Il motivo è talmente chiaro, da non necessitare di ulteriori spiegazioni: «dissociano l’atto sessuale dall’atto procreatore».
Il 16 ottobre dell’anno scorso il governo Meloni ha dichiarato la maternità surrogata «reato universale», anche se commesso all’estero. Questo rappresenta già un importante passo.
Ma non basta! Occorre spiegare bene alla gente cosa renda inaccettabile la fecondazione artificiale, omologa ed eterologa.
E questo perché l’ideologia dominante fa passare il messaggio che sia non solo lecita, ma anche giusta e buona. Non è così!
Hai letto cosa dice il Catechismo: è «gravemente disonesta» e «moralmente inaccettabile»! Ma questo l’opinione pubblica generalmente non lo sa!
Riteniamo nostro dovere riaffermare la legge morale naturale, affinché tutti abbiano quanto meno coscienza del peccato e possano regolarsi di conseguenza. Qui si tratta di salvare anime e corpi!
Per questo intendiamo lanciare con la massima urgenza una massiccia campagna d’informazione tramite i social, che rappresentano il modo più sicuro, veloce ed efficace.
Ma i costi sono tali da spingerci a chiederti di darci una mano. È molto importante!
Perché? Ritardare la nascita dei figli, com’è purtroppo oggi prassi, significa diminuire drasticamente le possibilità di averne naturalmente. È la biologia a dirlo.
I fatti lo provano: una coppia su sei mediamente sperimenta l’infertilità. E si tratta di un dato in continua decrescita. Per molti la soluzione, a questo punto, diventa la fecondazione artificiale.
Ma questo è totalmente falso da tutti i punti di vista: scientifico, medico, morale ed etico! Ti raccontiamo una storia vera.
La dottoressa Lauren Rubal è ginecologa. Grazie ad una borsa di studio si è specializzata, frequentando un triennio di endocrinologia riproduttiva e infertilità.
Come medico ha promosso ed esercitato per anni la fecondazione artificiale. Come la stragrande maggioranza dei suoi colleghi, pensava di fare una cosa buona.
Oggi partecipa invece ai grandi eventi promossi dalle realtà pro-life, dicendo a tutti: «Mi sbagliavo assolutamente. All’epoca non me ne rendevo conto». Ma poi ha capito.
«Mi sono resa conto che stavo giocando a fare Dio – afferma – Sono stata coinvolta nella vita e nella morte di almeno migliaia di embrioni, esseri umani unici ed insostituibili».
Negli Stati Uniti la probabilità media che nasca un bambino vivo da una donna sottopostasi a fecondazione artificiale è pari al 37%.
In trent’anni ci sono stati circa 333.000 nati vivi con questa tecnica, ma, per questi, sono stati creati 6,5 milioni di embrioni.
Questo significa che solo il 5% è riuscito a vedere la luce, mentre l’altro 95% è stato distrutto, se scartato per vizi di salute, è morto durante il procedimento oppure è stato congelato.
La dottoressa Rubal oggi dice che «i figli non siano un diritto dovuto». Ed è vero. Bisogna che la gente se ne renda conto! È illusorio pensare il contrario, la verità è questa!
Per questo occorre pregare, affinché metodi quale quello della fecondazione artificiale non si diffondano, condannando a morte milioni di embrioni.
Ma è necessario anche informare la popolazione. Perciò ti chiedo di aiutarci a promuovere una vasta campagna di sensibilizzazione. Con la tua migliore offerta, questo sarà possibile!
Difendiamo anche così, tutti insieme, la Vita umana!