Ferrara, Preside minacciata dall’Arcigay!

Ferrara, Preside minacciata dall’Arcigay!

Stiamo superando ogni limite!

Il 23 gennaio la presidente dell’Arcigay di Ferrara Manuela Macario ha invitato gli alunni Lgbt+ del Liceo Classico Ariosto ad alzarsi in piedi e a rendere così nota, davanti a tutti, la propria identità sessuale.

Ti domanderai: ma cosa ci faceva in una scuola pubblica la presidente dell’Arcigay?

Ebbene, la Macario si trovava lì in quanto ospite dell’assemblea studentesca del Liceo Ariosto, per parlare di «identità sessuale, eteronormatività, binarismo di genere e patriarcato».

Ma il “bello” deve ancora venire.

La preside Isabella Fedozzi, infatti, quando ascolta le parole della Macario, interviene e blocca l’invito rivolto agli studenti dalla presidente dell’Arcigay, in quanto la scuola tutela la privacy e garantisce la libertà di pensiero e di educazione di ognuno, osserva.

Provate a immaginare come sia andata a finire.

La “trama” risulta scontata per chi sa come vanno a finire queste cose, soprattutto poi quando ci sono di mezzo le organizzazioni Lgbt.

Le paroline magiche sono sempre le solite: discriminazione, intolleranza, cultura patriarcale e via di questo passo.

E infatti, guardate cosa ha scritto poco dopo, sulla sua pagina Facebook, la presidente dell’Arcigay.


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In sintesi: secondo la presidente dell’Arcigay, lei è stata vittima di discriminazione da parte della preside e di una «micro aggressione (anche se nemmeno tanto micro)».

Inoltre, sempre la preside, avrebbe «velatamente discreditato il contenuto del mio intervento di carattere scientifico-sociologico», osserva ancora la dirigente dell’Arcigay.


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Ma la cosa che fa veramente mettere le mani nei capelli, come si suol dire, è quando lei scrive che «la gravità di quanto accaduto è soprattutto da riferire al messaggio che gli studenti hanno ricevuto da tutto ciò».

Quale sarebbe il messaggio che sarebbe passato da questo naturale intervento cautelativo da parte di un dirigente scolastico?

Quello secondo cui «una persona LGBTI+, una professionista LGBTI+ può essere non rispettata, può essere contraddetta anche se portatrice di pensieri scientifici, può essere intimata di sedersi e può essere messa a tacere».

Quindi da ciò ne discenderebbe che, siccome si è persona e “professionista” LGBTI+, un dirigente scolastico non può contraddire o intimare di sedere detta persona, ove gli fa rispettosamente notare che sta agendo al di fuori di ciò che è consentito fare all’interno di una scuola pubblica di cui ella è responsabile.

Ma vi rendete conto del punto in cui siamo arrivati?

Non solo, la presidente dell’Arcigay ha promesso che «questa cosa non finirà qua» e che «segnalerò la cosa all’ex Provveditorato»; aggiungendo, inoltre: «vi dovreste vergognare come dirigenti e come insegnanti» (Nessuna discriminazione anti Lgbt al liceo Ariosto di Ferrara).

Gli organi di informazione hanno prontamente ripreso quando denunciato dall’Arcigay e i responsabili dell’Ufficio Scolastico Regionale hanno dichiarato che apriranno «un’istruttoria per verificare quanto accaduto» (Scuola, relatrice Arcigay al liceo Ariosto di Ferrara: «Alzatevi se siete o conoscete persone Lgbt+». Interviene la preside).

Ti diciamo soltanto una cosa: stanno trasformando questo Paese in una follia collettiva e in una caccia alle streghe terribile!

Persone oneste, lavoratori coscienziosi, professionisti irreprensibili devono avere letteralmente paura di svolgere il mestiere che amano e per il quale hanno sacrificato anni della propria vita, per timore di essere accusati, di volta in volta, di: razzismo, omofobia, violenza, aggressione.

Non è possibile che accada tutto questo, e noi ci batteremo sempre affinché queste follie siano messe allo scoperto e denunciate aspramente.

Non so tu, ma noi non vogliamo vivere in un Paese e in una società dove sono costretto a subire continui ricatti, rischi di denunce o di provvedimenti disciplinari perché abbiamo l’unica colpa di svolgere il nostro lavoro secondo quanto previsto dalla deontologia professionale.

Le persone Lgbt e le “professioniste” Lgbt sono persone come noi, non valgono più di noi.

Abbiamo tutto il diritto e il dovere di contraddirle e di non pensarla allo stesso modo. Non possiamo tuttavia essere accusati di omofobia o di discriminazione continuamente. Altrimenti è chiaro che tutto ciò risulti un pretesto: un pretesto molto pericoloso però!

Ti chiediamo di schierarti al nostro fianco e di darci una mano.


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