Finalmente ci siamo fatti sentire!

Finalmente ci siamo fatti sentire!

Sempre e solo polemiche inutili.

Sabato si è concluso il vertice del G7 tenutosi a Borgo Egnazia, in Puglia, iniziato nella giornata di mercoledì.

Ti abbiamo già parlato della polemica pretestuosa aperta dal presidente francese Emmanuel Macron, che già a partire dal primo giorno ha sentito la necessità di far sapere alla stampa il proprio rammarico per l’opposizione del governo italiano all’inclusione nella bozza del documento finale al diritto all’aborto.

Come ti dicevamo, il presidente Macron non ha avuto alcun ritegno nel servirsi del massimo vertice internazionale, dove siedono i sette rappresentanti delle nazioni più sviluppate della Terra, per imbastire una polemica elettorale a suo uso e consumo.

Il bello è che ci sono personalità di casa nostra, come l’ex direttore di Avvenire nonché ormai prossimo neodeputato del Partito Democratico Marco Tarquinio, che sostengono che a fare propaganda sia in realtà proprio Giorgia Meloni.

Tarquinio, in una intervista rilasciata sabato a La Stampa, ha commentato con queste parole lo scontro avvenuto tra Macron e Meloni:

“da cattolico dico che la dizione proposta prevedeva nient’altro che il pieno impegno per un aborto sicuro. Non è nulla di diverso da quanto prevede l’applicazione della 194 quindi non si capisce cosa abbia da eccepire Meloni. Come si può rifiutare un’affermazione come questa? Chi è contro l’aborto sicuro vuole tornare alle mammane. (…) la presidente Meloni continua a utilizzare questi argomenti come propaganda”.

Secondo Tarquinio, quindi, il fatto che non compaia nel documento di fine vertice il riferimento all’aborto e che venga ridimensionato il peso della minoranza LGBT, rispetto a quanto scritto in occasione del Vertice del G7 di Hiroshima dello scorso anno, equivale non solo a una boutade propagandistica, ma a qualcosa di addirittura inconcepibile.

Verrebbe da dire a Marco Tarquinio, o meglio, al quasi neo onorevole Tarquinio, che qui di inconcepibile c’è soltanto la sua candidatura (e l’imminente elezione) nelle file del principale partito di centro-sinistra, favorevole all’introduzione del matrimonio egualitario, all’estensione del diritto all’aborto, alla regolarizzazione del suicidio assistito e dell’eutanasia, alla depenalizzazione delle cosiddette “droghe leggere” ecc.

Consiglieremmo a lui e alle non poche persone che la pensano allo stesso modo, di “stupirsi” per ben altri comportamenti, che di ragionevole e coerente non hanno assolutamente nulla.

Come ricordato, nel documento finale del G7 la presidente del Consiglio Meloni, insieme ai suoi collaboratori (sherpa), ha cercato di smussare le criticità, ridimensionando il peso della minoranza LGBT, soprattutto in ambito educativo, e si è opposta all’inserimento del diritto all’aborto.

Quello che è più importante, però, è che all’interno del Vertice dei capi di Stato e di Governo delle sette nazioni più avanzate, sia emersa una voce dissonante e soprattutto si sia imposta, cedendo su altre cose evidentemente.

È importante mettere in luce questo aspetto e sottolinearlo nel giusto modo.


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