Il South Dakota proibisce la transizione di genere!
In Occidente appaiono segnali di risveglio.
Lo spettacolo folle andato in scena a Sanremo in questi giorni, è finalmente concluso.
La manifestazione sanremese ha catalizzato attenzioni, sollevato discussioni e aizzato polemiche sino all’ultimo giorno.
Ma più delle canzoni, è stato il festival delle idiozie e delle sceneggiate, fino all’ultimo giorno.
Abbiamo appreso da poche ore, ad esempio, che il gioiello indossato dall’influencer e co-conduttrice Chiara Ferragni, in occasione dell’ultima serata dell’evento, come lei stessa ha dichiarato:
«è il simbolo dell’attivismo per i diritti riproduttivi che portiamo a Sanremo. Perché l’accesso all’aborto sicuro e alla procreazione assistita è una questione di diritti umani a cui non dobbiamo rinunciare. Perché ogni essere umano, uomo o donna che sia, deve essere messo in grado di prendere liberamente le decisioni sul proprio corpo» (Chiara Ferragni con la collana utero a Sanremo: “L’accesso all’aborto è un diritto umano”).
Un copione solito, tristemente falso e conformista, trito e ritrito, alla ricerca costante di censori da additare e da diritti da rivendicare.
Ma mentre cala il sipario su questo triste spaccato umano che avvinghia buona parte dell’Occidente, ecco farsi largo oltreoceano una ventata d’aria fresca.
A cosa ci riferiamo?
Ad una notizia proveniente dagli Stati Uniti d’America.
Il senato del South Dakota (USA) ha approvato venerdì 9 febbraio il disegno di legge 1080 “Aiuta a non nuocere” (House Bill 1080 “Help not harm”) che vieta ai medici di prescrivere i cosiddetti “bloccanti ormonali” e di eseguire qualsiasi intervento chirurgico di sterilizzazione sui minori (comprese isterectomie e castrazioni).
L’approvazione del senato arriva dopo aver già ricevuto l’approvazione della camera la settimana precedente.
Ti ricordiamo che i bloccanti ormonali sono farmaci che bloccano la pubertà.
Sono rivolti a quei minori che si sentono affetti da disforia di genere, ossia coloro che si sentono intrappolati in un corpo che non collima con il loro orientamento sessuale.
Fra le altre cose, il disegno di legge vieta qualsiasi intervento chirurgico volto a costruire «artificialmente tessuto con l’aspetto di genitali diversi dal sesso del minore», così come le procedure per «rimuovere qualsiasi parte o tessuto del corpo sano o non malato» (2023 South Dakota Legislature).
Non solo, esso ordina ai consigli professionali la revoca della licenza verso quei medici che contravvengono ai divieti stabiliti dal disegno di legge e, inoltre, consente agli adulti che hanno subito operazioni di transizione di genere durante l’infanzia o l’adolescenza, di intentare un’azione civile contro i medici che hanno condotto l’operazione.
E ciò non a caso, giacché una delle principali voci a sostegno del disegno di legge è stata proprio una vittima di tale sistema.
Ci riferiamo a Chloe Cole, una giovane ragazza diciottenne che a 15 anni ha subito una doppia mastectomia poiché affetta da disforia di genere.
Lei ha testimoniato che il medico da cui era seguita ha spinto fortemente i genitori affinché l’operazione venisse eseguita, altrimenti la giovane adolescente avrebbe corso il rischio di suicidarsi.
«Sono stato trattata con negligenza dal mio medico. – ha osservato la giovane – Ma il più grande fallimento che hanno commesso è stato incoraggiarmi e permettermi di effettuare la transizione medica da bambino».
Ecco perché, ha infine concluso, «HB 1080 proteggerà altri bambini e famiglie in questo stato di sperimentazione medica e difenderà il diritto più grande che hanno i bambini: il diritto di crescere in adulti sani che siano in grado di vivere una vita appagante» (South Dakota passes total ban on ‘gender transitions’ for minors, Noem expected to sign).
Le protagoniste di questo disegno di legge sono due donne. Ci riferiamo alle repubblicane Bethany Soye e Kristi Noem (in foto)
La prima è una giovanissima rappresentante dello Stato, principale sponsor del disegno di legge. La seconda è la governatrice del South Dakota, sostenitrice della proposta, che dovrebbe presto approvarla e convertirla in legge statale.
Queste sono notizie davvero confortanti.
La tutela dei bambini e degli adolescenti deve essere garantita con ogni mezzo.
Dobbiamo ricordarlo e ripeterlo a gran voce fino alla nausea: non vi è alcuna evidenza scientifica che testimoni che la transizione di genere medica sia necessaria per prevenire i rischi di suicidio.
Semmai, vi sono evidenze che testimoniano il contrario (come ricordavo in questo articolo in cui riportavo dei dati significativi: Uno studio boccia i trattamenti ormonali per bambini e adolescenti).
Notizie come queste devono indurci a non mollare; anzi, semmai, a intensificare la lotta con forza e speranza, perché un altro mondo è realmente possibile.
Ti invito dunque a sostenerci moralmente e materialmente.
Forza e coraggio!