Importanti adesioni alla proposta “Un cuore che batte”

Importanti adesioni alla proposta “Un cuore che batte”

In questi ultimi giorni la nostra proposta di legge “Un cuore che batte” ha fatto ancora registrare due importanti adesioni.

Prese di posizione che, come era prevedibile, non potevano non suscitare reazioni scomposte da parte della sinistra.

Ma andiamo con ordine.

Durante la celebrazione della Santa Messa officiata in occasione della festività della Madonna del Rosario, lo scorso 7 ottobre, il vescovo di Mileto, S. E. Mons. Attilio Nostro, ha invitato i fedeli a recarsi al banchetto allestito dinanzi l’ingresso della chiesa, per firmare la proposta di legge “Un cuore che batte”.

Ti ricordiamo che si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare (che noi – quindi anche tu – di GVV abbiamo copresentato in Corte di Cassazione) che prevede di introdurre il comma 1-bis all’art. 14 della legge 194/1978.

Il testo del comma recita:

«Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».

Ti lasciamo immaginare la raffica di dichiarazioni polemiche da parte della sinistra e associazioni varie, che hanno accusato il vescovo e la Chiesa di “ingerenza” nella vita politica.

Come se la Chiesa vivesse “su Marte” e non si occupasse della difesa della dignità umana, in tutte le sue fasi, e della sua santificazione.

Ci congratuliamo a nome di Generazione Voglio Vivere con mons. Nostro per questa sua forte e incisiva presa di posizione pubblica, come fatto con il vescovo di Terni mons. Soddu.

Sono questi i pastori che preferisco, dei vescovi che non temono nulla e indicano al gregge il cammino e i pericoli che hanno dinanzi.

Ma, come ti dicevamo in apertura, tra le prese di posizione a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare, c’è stata anche quella del sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna.

“Ho deciso di firmare la proposta di legge d’iniziativa popolare per giungere a una modifica dell’art. 14 della legge 194/78. (…) – ha scritto sul suo profilo Facebook, il primo cittadino di Grosseto.

La finalità è quella di accrescere la consapevolezza del gesto dell’aborto. Ciò ovviamente non va a limitare la libertà individuale della donna sancita dalle norme e dal buonsenso. Ma rende più completo e maturo il suo percorso decisionale.

Vogliamo che la scelta della donna sia libera, ma allo stesso tempo consapevole”.

Il sindaco Vivarelli Colonna ha spiegato egregiamente la finalità principale della nostra proposta di legge di iniziativa popolare.

Poco importa se le solite sigle note e stranote l’abbiano attaccato duramente, come fatto con mons. Nostro.

La cosa più importante è aver sostenuto e difeso l’iniziativa, e soprattutto aver ben spiegato che una reale libertà di scelta può esservi soltanto a condizione che non venga minimizzato un gesto, che di fatto pone fine ad una vita umana.

L’introduzione del comma in oggetto costituirebbe naturalmente il primo di una lunga serie di passi, aventi come scopo quello di difendere e tutelare la vita umana, dal concepimento alla morte naturale.

A questo proposito, ti ricordiamo che per approdare in Parlamento la proposta di legge deve essere sottoscritta da 50.000 firmatari entro il 7 novembre.

Per firmare è necessario recarsi nel proprio comune di residenza (per maggiori istruzioni operative puoi cliccare a questo link).

Vedi, immagino che anche tu sappia meglio di noi che la cosa davvero importante di questa raccolta firme, come ricorda molto bene Tommaso Scandroglio su La Nuova Bussola Quotidiana, è quella di essere un

«segno visibile e tangibile che un popolo pro life esiste e vuole far sentire la sua voce, esiste e vuole combattere, esiste e non si rassegna, come fanno moltissimi pseudo-intellettuali cattolici, alla situazione esistente, ossia non si rassegna che ogni cinque minuti in Italia venga ucciso un bambino nel ventre della madre».

Ecco perché è assolutamente necessario che tu vada a firmare e che sostenga le attività di GVV moralmente ed economicamente, inviandoci anche le tue osservazioni e proposte.

Bisogna realizzare tutto ciò per fare in modo che il movimento pro-vita italiano possa crescere, irrobustirsi ed arrivare ad influenzare la politica, battendosi per una legislazione a favore della Vita, della Famiglia e della Libertà educativa.

Aiutaci a portare avanti questa missione così importante!


Dona