In Emilia-Romagna si vuole zittire chi difende la vita: ma la verità non si spegne!

In Emilia-Romagna si vuole zittire chi difende la vita: ma la verità non si spegne!

In Emilia-Romagna si sta consumando un grave attacco alla libertà di parola e di coscienza.

Con la scusa della “serenità delle donne”, la maggioranza Pd-5Stelle-Avs ha approvato una risoluzione che chiede di istituire “zone di accesso sicuro” attorno a ospedali, consultori e cliniche, per tenere lontane le manifestazioni pro-vita.

La chiamano tutela, ma nei fatti è censura! Vogliono silenziare chi difende la vita, etichettandolo come disturbatore, ideologo, fanatico.

Ma disturbatore di chi? Fanatico perché? Davvero in un Paese libero non si può neanche più portare un cartello con scritto “Scegli la vita” davanti a un ospedale?

Il consigliere Priamo Bocchi di Fratelli d’Italia lo ha detto chiaramente in aula: «Sulla difesa di valori non negoziabili come la vita abbiamo idee diverse. Ma questo non giustifica alcun tentativo di limitare la libertà di espressione. Per noi, silenziare le manifestazioni pacifiche pro-vita significa imboccare una strada pericolosa, che non appartiene a una democrazia matura.»

Ecco il punto: invece di ascoltare, invece di aprire un vero dibattito, si sceglie la scorciatoia del divieto.

Si dipingono le manifestazioni pro-vita come “messaggi violenti e colpevolizzanti”, quando nella realtà si tratta di momenti silenziosi di preghiera, di veglie, di semplici cartelli.

Parole e gesti che hanno già aiutato tante donne a sentirsi meno sole, a trovare un’alternativa, a dare una chance a una vita che stava per essere spenta.

Una ragazza di Bologna, che vuole rimanere anonima, ha raccontato: «Quel giorno ero disperata. Avevo deciso di abortire. Davanti alla clinica c’era una piccola manifestazione silenziosa. Mi hanno dato un volantino, mi hanno parlato di aiuti concreti. Ho cambiato idea. Oggi mio figlio ha tre anni. E io non riesco a immaginare la mia vita senza di lui.»

Per fermare questa deriva liberticida, Generazione Voglio Vivere ha lanciato la petizione “Difendere la Vita non è reato: STOP alla censura ideologica!”, che ti invitiamo a sottoscrivere, se non l’hai ancora fatto.

Firmarla significa dire NO alla repressione del dissenso e SÌ a una vera democrazia, dove tutte le opinioni hanno diritto di parola.

E se credi che la libertà non sia negoziabile, aiutaci a potenziare nostra vasta campagna di sensibilizzazione online, tramite Facebook, per raggiungere milioni di italiani e informarli della deriva autoritaria che sta prendendo piede.

social ci consentono di coinvolgere tanti in poco tempo, ma hanno un costo, che da soli non riusciremmo a sostenere. Per questo, ti chiediamo di aiutarci!

Chi vuole cancellare queste voci sa bene che, dietro ogni numero, dietro ogni “interruzione di gravidanza”, non ci sono statistiche fredde, ma vite reali, drammi, lacrime, speranze spezzate.

E sa che le storie, quando vengono raccontate, hanno un potere immenso: possono toccare le coscienze.

Ed è proprio questo che temono: la forza disarmante della verità. Ecco perché questo provvedimento è una deriva autoritaria.

Oggi tocca ai pro-vita. Domani, a chi altro? Quale altra voce verrà bollata come “pericolosa” e fatta sparire dallo spazio pubblico?

Non esiste democrazia quando un governo stabilisce chi può parlare e chi no, dove si può pregare e dove no, quali cartelli si possono mostrare e quali devono sparire.

La democrazia vive del confronto, anche duro, anche acceso, ma sempre libero.

Perché senza libertà di parola e di coscienza, non c’è democrazia!

C’è solo un pensiero unico, imposto dall’alto, che si vuole chiamare “progresso” ma che profuma di censura e di paura.

 

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