Italia dietro alla quasi totalità dei Paesi UE per politiche familiari!

Italia dietro alla quasi totalità dei Paesi UE per politiche familiari!

L’Italia è tra i Paesi che destina meno risorse alle politiche familiari, riservando loro appena l’1,4% del Pil.

Dietro ci sono soltanto il Portogallo (1,2%) e la Spagna (1,3%), mentre davanti ci sono: Grecia (1,8%), Germania (2,4%), Francia (2,7%) e Finlandia (2,8%), sino ad arrivare agli Stati più virtuosi rappresentati dal Lussemburgo (3,4%) e dall’Estonia (3,2%) (Denatalità, il vero spread in Europa è sulle politiche per la famiglia - 24+ (ilsole24ore.com)).

Recentemente ti abbiamo mostrato i tassi di fecondità europei, ove Italia (1,25 figli per donna) e Spagna (1,19 figli per donna) figurano agli ultimi posti (Ue, nascite a picco: ecco come invertire la rotta - 24+ (ilsole24ore.com)).

Ebbene, crediamo che questi semplici numeri, nella loro consequenzialità, parlino in modo estremamente chiaro.

Essi, infatti, non solo rendono testimonianza della presenza di una forte e sotterranea “cultura” contro la vita, che da decine di anni è presente nel nostro Paese.

Ma la cosa più grave è che tale pseudo-cultura sembra aver attecchito in profondità anche nelle formazioni politiche che dovrebbero essere più attente, per storia e idee, ai temi della vita e della famiglia.

Nonostante in campagna elettorale si odano sventolare promesse elettorale mirabolanti e cambi di passo miracolosi, alla fine la dura legge dei numeri è quella che ci ricatapulta nella triste realtà e che ci condanna ad un futuro tutt’altro che roseo, se si continua di questo passo.

Ecco perché i nostri sforzi non solo devono continuare, ma urge che si intensifichino, perché è necessario modificare radicalmente approccio alle tematiche della vita e della famiglia.

Non so se hai capito: l’Italia di questo passo si condannerà all’estinzione

E aggiungiamo: giusta mercede per aver perpetuato l’omicidio di persone mai nate e per essersi completamente disinteressati delle sorti delle nuove generazioni (sempre di meno) e delle più anziane (sempre di più) e, dunque, del futuro del Paese.

L’agenda politica di chicchessia dovrebbe avere tali preoccupazioni al primo posto, a prescindere dall’ideologia professata.

E lo sai perché? Perché si tratta semplicemente di un’agenda del buonsenso.

Noi ci impegnamo a dare “filo da torcere” a politici, a rappresentanti di categoria e ad associazioni varie, per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi di importanza capitale.

Pretendiamo che alle politiche familiari del nostro Paese siano destinate percentuali di PIL pari, almeno, a quelle destinate da Francia e Germania, tanto per iniziare.

E ove ciò non bastasse, occorre implementarle.

Ma, nell’affermare ciò, già immaginiamo serpeggiare il solito interrogativo:

E i soldi? Ebbene, dinanzi alle priorità, le risorse economiche si trovano, perché quando si ha la consapevolezza che ciò di cui si parla attiene la vita o la morte di una nazione, qualsiasi altra problematica, passa in secondo piano.

Nel fare ciò, è anche auspicabile, magari, che si smetta di puntare il dito contro alcune nazioni e si guardi nel proprio cortile, che non sta messo proprio bene, per usare un eufemismo.

E l’augurio è che si inizi ad imitare Paesi considerati “terribili” come l’Ungheria del detestato Orban, che destina alle politiche familiari e alla natalità ben il 6.2% del Pil (Famiglia, che cosa prevede il modello ungherese sostenuto da Salvini- Corriere.it).

Ma noi ne siamo consapevoli, tu hai capito sin troppo bene il nostro messaggio.

Ti chiediamo, dunque, di sostenere la battaglia che svolgiamo.


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