La scienza parla chiaro: le transizioni sui minori causano danni irreversibili!
C’è un punto oltre il quale non si può più tacere. Quel punto lo abbiamo superato da un pezzo.
Quando perfino il Dipartimento della Salute degli Stati Uniti lancia un allarme chiarissimo contro le transizioni di genere sui minori, significa che siamo di fronte non a un dibattito culturale, ma a un’emergenza morale.
Il nuovo rapporto scientifico dell’HHS denuncia senza mezzi termini che bloccanti della pubertà, ormoni di sesso opposto e interventi chirurgici causano «danni significativi, a lungo termine, spesso ignorati o monitorati in modo inadeguato».
Tra questi rientrano infertilità, disfunzioni sessuali, perdita di densità ossea, effetti cognitivi negativi, problemi cardiovascolari e metabolici, aumento dei disturbi psichiatrici e complicanze chirurgiche.
Non sono opinioni. Sono fatti, sono dati, sono vite spezzate!
Il segretario dell’HHS, Robert F. Kennedy Jr., ha accusato l’establishment medico di aver diffuso la menzogna secondo cui queste procedure farebbero bene ai bambini.
Le sue parole sono un pugno nello stomaco: «Questa non è medicina, è negligenza».
Nel frattempo negli Stati Uniti, università e ospedali – dal Michigan a Yale, da Kaiser Permanente al Children’s Hospital di Los Angeles – stanno riducendo o eliminando questi trattamenti. Hanno visto ciò che sta accadendo e hanno fatto marcia indietro.
E se ancora qualcuno avesse dubbi, esiste un dato che dovrebbe gelare il sangue: oltre l’80% dei bambini con disforia di genere supera spontaneamente questa condizione, senza bisogno di farmaci né bisturi.
Nonostante tutto questo, l’ideologia continua a marciare, spietata, presentandosi come “inclusione” mentre chiede di intervenire sui corpi fragili dei più piccoli.
Lo stesso vuoto ideologico che oggi in Italia spinge per introdurre la carriera alias nelle scuole, aprendo la porta proprio a quel percorso che negli USA sta mostrando tutta la sua devastante pericolosità.
Per questo, si rende necessario un forte appello: se ancora non l’hai fatto, firma subito la petizione “NO alla carriera alias nella scuola!”, promossa da Generazione Voglio Vivere.
Un gesto semplice, ma oggi indispensabile per proteggere i minori da un esperimento sociale che altrove sta già producendo ferite profonde – e che in Italia vogliono imporre con crescente aggressività.
Ma non basta: se vogliamo davvero fermare questa deriva, dobbiamo essere molti di più!
Per questo ti invitiamo anche a sostenere con una donazione la nostra grande campagna di sensibilizzazione online, fondamentale per raggiungere e informare nuove persone, smascherare gli inganni dell’ideologia gender e diffondere la petizione il più possibile.
Più visibilità significa più consapevolezza. E più consapevolezza significa più bambini protetti!
E qui entra in gioco anche la testimonianza di chi, come Roberto Vannacci, ha avuto il coraggio di dire ciò che molti pensano ma pochi osano pronunciare:
«Dietro il dibattito sull’ideologia di genere ci sono persone reali, con sofferenza, disperazione e scelte sbagliate che condizionano la vita. L’Europa deve assicurare che ogni decisione sui minori sia fondata su prudenza ed evidenze scientifiche. Non si nasce in un corpo sbagliato».
Parole che ricordano una verità semplice e rivoluzionaria: la natura non commette errori. Sono gli adulti, spesso accecati da ideologie e interessi economici, a tradire i bambini.
Perché sì: negli Stati Uniti è emerso persino che alcuni medici hanno ammesso apertamente quanto queste procedure siano estremamente redditizie.
Il profitto prima dell’infanzia: lo scenario più buio che potessimo immaginare. Eppure è reale e documentato!
Davanti a tutto questo, l’Italia non può permettersi leggerezze.
Non possiamo chiudere gli occhi mentre nelle nostre scuole si tenta di introdurre strumenti – come la carriera alias – che fungono da porta d’ingresso culturale e psicologica verso percorsi che altri Paesi stanno già abbandonando.
Noi possiamo e dobbiamo fermarli. Adesso!
Perché quando si parla di minori, la neutralità non esiste. Esiste solo il coraggio o la resa. E noi scegliamo il coraggio. Adesso tocca a te!