La strage continua: in Nuova Zelanda numeri record per l’aborto. Ma una soluzione c’è!

La strage continua: in Nuova Zelanda numeri record per l’aborto. Ma una soluzione c’è!

Ancora una volta rabbrividiamo.

Abbiamo letto il rapporto annuale sull’aborto in Nuova Zelanda, uscito lo scorso 17 dicembre.

C’è di che allarmarsi! Da quelle pagine escono cifre davvero inquietanti!

Da quando è stato legalizzato in Nuova Zelanda cinque anni fa, nel 2020, l’aborto ha registrato un aumento del 23%. E la tendenza indica una crescita preoccupante.

È bastato che una legge togliesse il nascituro dal codice penale e lo inserisse nella legislazione sanitaria ordinaria, perché il bimbo in grembo venisse trattato come un semplice “tessuto”.

Ma è sufficiente guardare l’ecografia di questo piccolo per rendersi conto che è ben diverso da un’appendice o dalle tonsille!

Eppure, solo negli ultimi 12 mesi, la pratica abortiva in Nuova Zelanda è cresciuta del 15% con oltre 16.000 bimbi uccisi nel ventre delle loro madri. Allucinante!

Anche il numero di aborti tardivi ovvero a partire dalla ventesima settimana indica un incremento del 67% tra il 2021 ed il 2023.

È chiaro come ci si trovi davanti ad un’aperta violazione dei diritti umani, ad un’ecatombe dei diritti di una creatura innocente ed incapace di difendersi.

Come tacere di fronte a tali numeri dell’orrore? Ciò che accade è disumano!

E noi sentiamo il dovere di far sapere la verità all’opinione pubblica e di mobilitare quante più persone di buona volontà sia possibile, per urlare tutti insieme “basta” con questa strage!

Per questo intendiamo lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione tramite Facebook. Ma abbiamo bisogno del tuo aiuto, perché da soli non ce la faremmo, i costi sarebbero eccessivi.

È urgente ed i fatti dimostrano quanto sia importante levare, tutti insieme, un appello corale alla vita. Solo un grido forte e ad una sola voce può smuovere il mondo politico.

Negli Stati Uniti l’amministrazione Trump ha chiuso il sito web del governo federale, denominato ReproductiveRights.gov, che offriva informazioni e risorse per uccidere il figlio in grembo.

Era stato creato nel 2022 dall’ex-presidente Joe Biden e presentava la possibilità di sporgere reclami all’Ufficio per i Diritti Civili, qualora ad una donna fosse stato impedito di abortire.

Questa ed altre decisioni chiaramente pro-life e subito esecutive sono state compiute da Trump, dopo una campagna elettorale in cui era viceversa parso molto più prudente in merito.

Il timore era che potesse allontanare il suo interesse da un tema fondamentale quale quello della vita.

Poi ha capito di aver vinto sull’avversaria Kamala Harris, perché questa si era dichiarata radicalmente a favore dell’aborto.

Ha capito che il popolo americano non voleva alla Casa Bianca un presidente pro-choice. Ed è tornato a sposare in pieno la battaglia pro-life.

Per questo è molto importante non abbassare la guardia ed alzare tutti insieme la voce, perché i potenti sappiano che i popoli scelgono apertamente la vita, senza se e senza ma.

Ecco perché abbiamo bisogno dell’aiuto di chi, come te, condivide i nostri stessi Valori ed i nostri stessi Ideali.

 

Attribuzione Immagine: @ Unsplash
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