La subalternità culturale di Valditara

La subalternità culturale di Valditara

Abbiamo scampato il peggio, possiamo ben dirlo.

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha infatti deciso di non attivare l’incarico di garante del progetto “Educazione alle relazioni” all’attivista LGBT Paola Concia.

La mia contrarietà all’operato di Valditara non nasce soltanto adesso. Ti ricordiamo la petizione di protesta da noi promossa, e che anche tu hai firmato, indirizzata allo stesso ministro, contro l’identità alias nelle scuole presente in una clausola inserita all’interno del contratto nazionale per il personale scolastico.

Allora, lui si era detto molto soddisfatto poiché il contratto costituiva “un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola”.

Ebbene, supponiamo che per il ministro, tra i passi avanti da fare, vi era anche quello di promuovere un progetto di indottrinamento dei nostri figli e nipoti da parte dello Stato, e di inserire tra i componenti della commissione che lo presiede, un’attivista LGBT.

Uno Stato che si occupa di educare sentimentalmente dei bambini di piccola età in un contesto come quello attuale, ove è ritenuto ammissibile un ampio ventaglio di concezioni e pratiche contrarie al diritto naturale, non avrà mai il nostro sostegno, essendo radicato in una prospettiva per cui è innanzitutto la famiglia di origine ad occuparsi di tematiche così sensibili.

Ecco cosa si legge nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa (n. 243):

“I genitori hanno poi una particolare responsabilità nella sfera dell’educazione sessuale. È di fondamentale importanza, per una crescita equilibrata, che i figli apprendano in modo ordinato e progressivo il significato della sessualità e imparino ad apprezzare i valori umani e morali ad essa correlati:

«Per gli stretti legami che intercorrono tra la dimensione sessuale della persona e i suoi valori etici, il compito educativo deve condurre i figli a conoscere e a stimare le norme morali come necessaria e preziosa garanzia per una responsabile crescita personale nella sessualità umana». I genitori sono tenuti a verificare le modalità con cui viene attuata l’educazione sessuale nelle istituzioni educative, al fine di al fine di controllare che un tema così importante e delicato sia affrontato in modo appropriato”.

Se vuoi sapere però ciò che proprio non ci va giù in questa vicenda, è la completa subalternità culturale della destra politica di fronte a fatti di cronaca e a un mondo dell’informazione pressoché schierato da una parte.

Perché cedere alla dittatura della tesi secondo cui la colpa dei recenti fatti di cronaca è da imputare al patriarcato della società italiana?

Perché ove non si fosse capito, la mossa di Valditara è una risposta a questo assunto apoditticamente fatto proprio.

Una destra conservatrice alla guida del Paese, ci dispiace, ma avrebbe fatto ben altro.

Sicuramente non avrebbe ceduto sul tema del patriarcato (con i fatti, però, non con le parole) e avrebbe magari indetto una commissione di studio sul ruolo dell’educazione all’interno delle famiglie, per esempio.

Magari avrebbe deciso di sfogliare il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa e probabilmente lasciarsi ispirare da ciò che vi è scritto…

E invece…

Non riusciamo a capire come si possa cedere proprio su aspetti così importanti.

Questa è la dimostrazione plastica di quanto possano servire associazioni come Generazione Voglio Vivere, al fine da fare da pungolo a mancanze varie e subalternità davvero fastidiose ed inspiegabili.

Questo è il momento in cui, pur con il massimo rispetto ma senza avere peli sulla lingua, è necessario farsi sentire e protestare contro un modo di fare che non può trovarci d’accordo.

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