Le associazioni pro-morte registrano sempre più aderenti

Le associazioni pro-morte registrano sempre più aderenti

Avresti mai immaginato che si fanno affari d’oro nel fornire assistenza alle persone che intendono suicidarsi?

Saremo sinceri, noi no!

E invece tutto questo è realtà e accade nella bellissima Svizzera.

Il dato scioccante è che nel Paese elvetico i membri di Exit, la più grande e antica organizzazione di assistenza al suicidio, sono aumentati di circa 17.000 iscritti, nel solo 2022.

Si tratta del record più alto fatto registrare dall’organizzazione, che conta in totale circa 154.000 membri (su uno Stato di circa 8 milioni di abitanti!).

Numeri pazzeschi, in linea peraltro con le morti da suicidio assistito registrate in Svizzera negli ultimi anni: 1.125 nel 2022, 973 nel 2021, 913 nel 2020.

Ma i dati tragici non finiscono qui, perché da queste statistiche scopriamo che il 76% delle morti avviene a domicilio, principalmente nelle case di riposo o negli ospedali (Record di iscrizioni alle organizzazioni di assistenza al suicidio - TVS tvsvizzera.it).

Ciò che rende unica la Svizzera, però, rispetto agli altri Paesi che consentono il suicidio assistito o l’eutanasia, è che alcune di queste organizzazioni, come Dignitas, permettono l’iscrizione anche a persone provenienti dall’estero.

Triste opportunità che, lo diciamo francamente, vorremmo scomparisse per sempre dalla faccia della terra, assieme a tutte queste organizzazioni che “offrono” la morte, al pari di qualsiasi altro servizio.

Per questo motivo non dobbiamo mai abbassare la guardia dinanzi ai tentativi che stanno facendo i radicali, con l’Associazione Luca Coscioni in prima linea, per introdurre il suicidio assistito anche nel nostro Paese.

La tattica che stanno seguendo costoro, abbiamo avuto già modo di raccontartela qualche giorno fa (qui).

Devi darci una mano a farla conoscere e a diffondere le triste statistiche che ti abbiamo dato.

Nessuno ci toglie dalla mente lo scopo che vogliono raggiungere questi sponsor della morte.

Qualcuno, come il professor Narita dell’Università di Yale, l’ha già suggerito (vedi qui).

Il fatto è che le società occidentali invecchiano rapidamente, senza che vi siano nuove generazioni a sostituirle, creando per quest’ultime un handicap serio, dovuto ai costi sanitari che potrebbero divenire alla lunga insostenibili.

Inizi a capire a cosa voglio alludere?

In una situazione futura di grave crisi economica, il “diritto” conquistato di poter accedere alla morte, si potrebbe assai presto tramutare in un “dovere” di morire, poiché – secondo una logica barbara ed antiumana – il malato terminale, l’anziano, la persona che ha poche probabilità di vita verrebbe a costituire un “peso” che “costa” moltissimo per il sistema sanitario.

Noi non possiamo permettere che si arrivi a tutto ciò.

Ti chiediamo perciò di darci un aiuto morale e materiale affinché si gridi tutto questo ad alta voce e si dica in maniera sempre più efficace che la morte non è mai un diritto!


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