L’Oms inventa il “diritto al figlio”

L’Oms inventa il “diritto al figlio”

L’Oms-Organizzazione Mondiale della Sanità ha inventato un nuovo “diritto”, quello “al figlio”.

Non “del figlio”, come sarebbe semmai logico. Bensì “al figlio”. La differenza è enorme, come puoi facilmente intuire.

Le linee-guida sull’infertilità, appena pubblicate dall’Oms, infatti, stravolgono in modo radicale il concetto di genitorialità, almeno così com’è stato fino ad oggi inteso.

Non sono più i figli ad avere diritto ad una famiglia, bensì le famiglie ad avere “diritto” ad un figlio. Siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione etica.

E questo cosa significa? Liberalizzazione totale della fecondazione artificiale e di tutti i tipi: omologa ed eterologa, anche per single e coppie Lgbtq+, ad esempio.

Tutti avrebbero, insomma, “diritto” a diventare padri e madri, tanto naturali quanto artificiali, surrogati o supplenti, a seconda delle esigenze.

E ciò indipendentemente dal proprio stato civile e dal proprio orientamento sessuale: il desiderio della genitorialità è diventato insomma un’autentica pretesa.

Il bambino smette così di essere persona, smette di essere dono e diventa una merce dovuta, giuridicamente e biotecnologicamente esigibile.

Cose da pazzi! E stupisce che quest’idea sia stata codificata da un ente, l’Oms, che di per sé dovrebbe garantire la salute di tutte le popolazioni, non soddisfarne i capricci!

A livello antropologico, il figlio lo si accoglie, non lo si reclama ed esser genitori è una vocazione, non una necessità.

Nelle numerose pagine dedicate alla riproduzione, queste deliranti linee-guida dell’Oms focalizzano l’attenzione solo sugli adulti.

Il grande assente paradossalmente è proprio il vero protagonista ovvero il bambino. Un silenzio, questo, che non è per niente casuale...

Il piccolo diventa una sorta di prodotto da laboratorio, selezionabile su principi assolutamente eugenetici, poi trasferito, congelato o eliminato, nel caso non corrispondesse alle aspettative.

Il mistero della vita diviene un processo industriale con fornitori e clienti. L’accesso universale alla fecondazione extracorporea ne è una “logica” conseguenza.

La stessa Fivet cessa di essere un ripiego eccezionale per coppie sterili e si trasforma in una sorta di servizio aperto a tutti, finanziato, organizzato, normalizzato e magari anche reclamizzato.

Siamo di fronte ad una pura follia! E noi ci rendiamo conto ch’è nostro dovere fermarla. Come? Abbiamo due mezzi subito a disposizione, entrambi efficaci.

Il primo consiste nel sottoscrivere la petizione promossa da Generazione Voglio Vivere, affinché si riconosca al piccolo il diritto di avere un papà ed una mamma.

È l’esatto contrario di quello che l’Oms vorrebbe fare. E lo si chiede al ministro di Giustizia, Carlo Nordio, affinché porti avanti tale istanza in sede di governo.

Allo stesso esecutivo, che ha già reso reato universale la maternità surrogata, chiediamo ora di fare un ulteriore passo avanti a tutela dei più piccoli.

Per esser certi che la nostra voce si senta fino a Roma, dobbiamo però sostenerla con una vasta campagna di sensibilizzazione.

I social consentono ormai di arrivare a tanti in poco tempo, benché abbiano un costo, che da soli non riusciremmo a sostenere. Per questo ti chiediamo di darci una mano!

È molto importante ed urgente, poiché le biotecnologie, lasciate a sé stesse, hanno dimostrato d’esser totalmente prive di buon senso, di maturità e di cognizione del limite.

Innanzi tutto la fecondazione artificiale è sempre una pratica intrinsecamente illecita dal punto di vista morale, senza eccezioni: non vi sono né se né ma che tengano!

Ma un’ulteriore prova è data dal cosiddetto social freezing. Si tratta della crioconservazione degli ovociti di una donna per ragioni non mediche.

Li congela in attesa di sentirsi pronta per diventare madre. È come se si bloccassero le lancette del proprio orologio biologico.

Tale procedura non è però priva di rischi: scongelare gli ovociti potrebbe infatti danneggiarli. E se accadesse, che succede, prevediamo una sorta di “reso” tipo “soddisfatti o rimborsati”?

Ti rendi conto dell’assurdità di una scienza piegata non al nostro benessere, bensì ai nostri capricci ed alle nostre pretese?

E dietro, si badi bene, si muove sempre un fiorente business. Anche di questo dobbiamo tenerne conto, perché rischiamo di diventare ingranaggi di un bieco mercato.

La crioconservazione degli ovociti per ragioni non mediche non prevede l’invio dei dati al Ministero della Salute, per cui non si ha un quadro chiaro di tale fenomeno, che comunque esiste.

Secondo il Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita, i casi di social freezing sono stati in Italia, nel 2023, ben 72 per un totale di 802 cicli iniziati per il prelievo di ovociti.

Nel 2014 ne erano stati segnalati soltanto 25 e 113 cicli iniziati. Il che significa che, pur con dati parziali, parzialissimi, siamo di fronte ad un fenomeno aberrante ed in netta crescita.

Nel giro di soli 9 anni è triplicato! Il governo ha già attenzionato tutto questo, ma non basta: occorre fermarlo, perché ci stiamo trasformando in tanti piccoli dott. Jekyll e mister Hyde!

Il figlio non è un surgelato da scongelare a piacimento come un bastoncino di pesce, dopo essersi sistemati in termini professionali e familiari.

Soprattutto ciò che va sempre tenuto presente è che il piccolo non è un oggetto, né un prodotto di consumo, non è un diritto e non è un servizio.

Il sogno di ogni donna è sempre stato quello di diventare madre. Adesso, complice l’ultradecennale propaganda di un femminismo becero, si vive invece il figlio come un incubo!

Di fronte alla pazzia bioetica resta da fare una cosa sola.

Fermarci, per amor di Dio!

 

Dona