"Neolingua" e terapie di conversione!

"Neolingua" e terapie di conversione!

Uno dei più gravi sintomi della crisi in atto nella contemporaneità è l’utilizzo distorto che si fa delle parole.

In un’epoca in cui vige la più cruda “dittatura del relativismo”, molti dei termini con i quali noi ci esprimiamo più di frequente, finiscono drammaticamente con l’ingenerare equivoci più che della sana chiarezza.

Lo scrittore e giornalista britannico George Orwell, in un suo celebre testo (1984), spiegò lucidamente il piano di coloro i quali lavorano per sovvertire l’ordine naturale e per instaurare una società utopica, dominata da un pensiero unico e controllata autoritariamente.

Per fare ciò è indispensabile anzitutto instituire una “neolingua”, in nome della quale far passare come “sane” situazioni, relazioni e rapporti contrari all’ordine naturale.

Ma veniamo alla notizia e capirai subito a cosa mi riferisco.

Qualche giorno fa il Ministro per l’infanzia, l’uguaglianza, la disabilità, l’integrazione e la gioventù d’Irlanda Roderic O’Gorman ha dichiarato che entro la fine del 2024 il governo del quale fa parte vieterà le terapie di conversione o riorientamento sessuale. Decisione presa anche dalla Francia, dal Belgio, dalla Grecia, da Israele, dal Messico e dal Canada, l’anno appena trascorso.

Sebbene le terapie di conversione non nascano storicamente in ambienti legati alla morale naturale e cattolica, le organizzazioni LGBT fanno di tutta l’erba un fascio e con l’ausilio della generalità degli organi di informazione, fanno pressione sui Governi per mettere alla gogna qualsiasi persona, ente o Stato sostenga ciò che il senso comune e il Catechismo della Chiesa Cattolica insegnano in materia. Ovvero:

“Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati” (CCC. 2357).

Tuttavia, il Catechismo ricorda anche come tale “inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione” (CCC. 2358).

“Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana” (CCC. 2359).

Queste verità, caro sostenitore, non sono frutto di un’ideologia elaborata a tavolino.

Se ti fermi a riflettere qualche istante, scoprirai molto probabilmente che è esattamente ciò in cui hai sempre creduto, ciò che da sempre ti è stato insegnato dalla tua famiglia, ed evidentemente è proprio ciò che intendi trasmettere ai tuoi figli.

Perché questo è ciò che ti insegna la realtà.

Ma, oggi, difendere tutto ciò ti espone a improperi, insulti e persino rischi legali.

Io ti comprendo perfettamente, perché è ciò che quotidianamente rischio anche io.

Eppure nessuno mai mi convincerà del fatto che, ad esempio, il termine “autenticità” possa essere sinonimo di “fare ciò che mi pare”; che il termine “natura” coincida con il mio esclusivo desiderio, con la mia sola autodeterminazione – prescindendo da tutto il resto – e non con un ordine che io scopro osservando la realtà, scrutando il mio fisico e la mia coscienza.

Come puoi vedere, in casi come questi a cui ti ho accennato, è in opera la tanto cara “neolingua” elaborata da costoro, che si impossessa delle tue certezze, delle tue convinzioni più intime e di chi ti è vicino.

Siamo certi che anche tu, come noi, non puoi tollerare tutto questo. Ti chiediamo allora di darci un sostegno.

Sostenere Generazione Voglio Vivere significa battersi perché tutto ciò venga fermato. Significa garantire a te e ai tuoi cari un futuro dove trionfi la realtà e non l’ideologia; dove l’ordine naturale sia garantito e riconosciuto.

Un futuro dove le parole si rendano comprensibili e comunicabili per esprimere realmente ciò che intendono significare.


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