Nuovo attacco alla Famiglia: la lobby LGBT guadagna terreno ovunque!

Nuovo attacco alla Famiglia: la lobby LGBT guadagna terreno ovunque!

Ormai nessun confine è più al sicuro di fronte a questa offensiva ideologica che mira a cancellare le radici della famiglia naturale e imporre una nuova visione distorta della realtà.

Il 23 gennaio, la Thailandia ha celebrato i primi matrimoni tra persone dello stesso sesso, a seguito dell'entrata in vigore della controversa nuova legge. 

Tuttavia, dietro questa narrazione progressista si cela una profonda trasformazione sociale imposta da anni di incessanti pressioni da parte della potente lobby lgbt+.

La Thailandia, una nazione da sempre radicata nei valori della famiglia tradizionale, si ritrova ora a essere il paese più popoloso dell'Asia a legalizzare il cosiddetto "matrimonio egualitario". Ma a quale prezzo?

Centinaia di coppie dello stesso sesso si sono affrettate a sfruttare questa nuova opportunità, mentre le istituzioni, in un atto senza precedenti, hanno deliberatamente eliminato i termini millenari di "uomo", "donna", "marito" e "moglie", sostituendoli con definizioni asettiche e ideologiche come "individui" e "partner matrimoniali".  

La sovversione dell'ordine naturale

Non si tratta più soltanto di una questione di diritti, ma di un vero e proprio tentativo di sovvertire l'ordine naturale delle cose. 

La nuova normativa, infatti, non si limita a riconoscere le unioni omosessuali, ma le equipara in tutto e per tutto a quelle eterosessuali, con la possibilità di adozione e diritti successori. 

Questo ha inevitabilmente sollevato perplessità e forte opposizione da parte di chi crede fermamente nella famiglia composta da un uomo e una donna, pilastro imprescindibile della società.

Mentre i media internazionali e le istituzioni progressiste dipingono una Thailandia sempre più "tollerante" e "inclusiva", la realtà mostra un Paese spaccato, dove una parte significativa della popolazione, fedele ai valori conservatori, continua a resistere a queste derive ideologiche. 

Nonostante il bombardamento mediatico e la narrazione ufficiale, molti thailandesi restano fedeli alla convinzione che il matrimonio sia, per sua natura, l'unione tra un uomo e una donna, destinata alla procreazione e alla crescita dei figli.

Le contraddizioni della narrazione progressista

Nel frattempo, la premier Paetongtarn Shinawatra ha celebrato con entusiasmo l'evento sui social media, esaltando l'approvazione della legge come un passo avanti per il Paese. 

Tuttavia, non si può ignorare che uno dei principali promotori di questa riforma, l'ex primo ministro Srettha Thavisin, è stato recentemente rimosso dall'incarico in seguito a gravi scandali di corruzione, sollevando ulteriori dubbi sulla genuinità e sulle reali motivazioni dietro questa spinta legislativa.

Di fronte a tutto ciò, sorge spontanea una domanda: si tratta davvero di progresso o siamo di fronte al solito tentativo sistematico di ridefinire la società secondo i dettami di un'ideologia che nulla ha a che vedere con le tradizioni e i valori in cui crediamo?

Non c’è più tempo da perdere! Dobbiamo fermare questa pericolosa deriva!

La prima azione concreta da compiere è quella di ampliare sempre più la nostra massiccia campagna di sensibilizzazione tramite Facebook, con la quale denunciare pubblicamente la situazione.

Se ci dai una mano anche tu, che hai più volte dimostrato di condividere gli stessi Ideali, possiamo riuscirci. È urgente che tanta gente sappia, perché apra gli occhi!

I Paesi sotto l'influenza della lobby LGBT

Mentre in Asia molti paesi, come Birmania e Malaysia, mantengono un approccio saldo alla protezione dei valori tradizionali, l'Occidente ha già da tempo ceduto alle pressioni della lobby lgbt+. 

In Europa, i Paesi Bassi sono stati i primi a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel 2001, seguiti da altri stati. Tuttavia, alcune nazioni, come l'Italia e l'Ungheria, resistono ancora fermamente e riconoscono solo le unioni civili, senza equipararle al matrimonio naturale tra uomo e donna.

In America, il Canada e gli Stati Uniti hanno seguito la stessa strada, con la Corte Suprema americana che nel 2015 ha imposto il matrimonio gay a tutti gli stati federati, nonostante la resistenza di alcune comunità locali. In America Latina, diversi paesi hanno introdotto il matrimonio tra persone dello stesso sesso, mentre altri, come la Bolivia, riconoscono solo le unioni civili.

Invece, il continente africano, con l'eccezione del Sudafrica, resta saldo nel rifiutare queste unioni, mantenendo una visione tradizionale della famiglia. 

Oggi, nel mondo, 37 dei 193 paesi membri dell'ONU hanno ceduto alle pressioni della lobby lgbt+, mentre molti altri resistono per preservare i valori autentici della società.

Proprio come loro, anche noi siamo chiamati a resistere con tutta la nostra forza e determinazione, per proteggere ciò che è davvero fondamentale. 

E’ essenziale intensificare la nostra campagna di sensibilizzazione online, per raggiungere il maggior numero possibile di persone e far capire loro le gravi conseguenze a cui stiamo andando incontro. Per questo motivo, chiediamo con convinzione il tuo aiuto!

 

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