
Omosessualità e parrocchie, il binomio impossibile
Sai cosa scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica circa l’omosessualità?
Definisce, senza tanti giri di parole, «gravi depravazioni» ed «intrinsecamente disordinate» le relazioni omosessuali, che ritiene contrarie «alla legge naturale».
Sono tali da precludere «il dono della vita» ed «in nessun caso» possono essere approvate (n. 2357).
Non vengono offerte scorciatoie, né alternative. Vengono bocciate, punto e basta.
Per questo restiamo sconcertati di fronte alla notizia, che ci è capitato di leggere e sulla quale vorremmo richiamare la tua attenzione.
La parrocchia della Divina Provvidenza di Firenze per la propria Via Crucis del 14 marzo utilizzerà per la riflessione il libro «Via Crucis di un ragazzo gay».
Sarà presente anche l’autore, Luigi Testa. È un testo, come spiega il giornale online La Nuova Bussola Quotidiana, che cerca «di giustificare moralmente l’omosessualità».
Il che per la Dottrina cattolica è semplicemente impossibile, come precisa il Catechismo nel brano che ti ho poc’anzi riportato.
Specifica La Nuova Bussola: «Si tratta dell’ennesimo tentativo utopico di coniugare cattolicesimo ed omosessualismo» Se è questo, non va bene.
Non va bene, perché in tal modo non solo si ingannano i fedeli, ma si deviano anche dalla retta Dottrina, si conducono fuori strada e questo è sempre molto pericoloso.
I pastori, così facendo, anziché curare le anime, le confondono, le conducono verso le tenebre dell’errore, si rendono responsabili in pratica della loro rovina.
Capisci? La posta in gioco è altissima. Per questo non possiamo starcene zitti e quieti. Per questo troviamo che sia nostro dovere di cattolici lanciare l’allarme.
Addirittura è «la carità» che «esige la correzione fraterna», come ricorda lo stesso Catechismo al n. 1829. Ed allora è compito nostro.
Per questo intendiamo lanciare una vasta campagna di informazione e di sensibilizzazione via social, affinché da un lato tutti sappiano quel che accade e dall’altro tutti cerchino di porvi rimedio.
Come? In svariati modi, tutti efficaci.
Il primo: con la preghiera, affinché la Chiesa venga preservata da simili cadute.
Il secondo: vigilando, affinché la stessa cosa non si ripeta nella nostra parrocchia, nella nostra Diocesi.
Il terzo: aiutandoci con un tuo contributo a far sì che la campagna di sensibilizzazione sia il più ampia possibile. Farlo è facile, basta un click!
Questo è molto importante, perché solo così potremo trovare nuovi amici pronti a combattere con noi questa sacrosanta battaglia ed a far chiarezza presso il popolo dei fedeli. A beneficio di tutti.
L’Ungheria ci ha dimostrato che tutto questo è possibile, anzi doveroso. Hai letto quello che è successo?
Il governo di Viktor Orbàn ha dichiarato che quest’anno per le strade di Budapest non ci sarà nessun Gay Pride, nella forma pubblica degli ultimi decenni.
Questo perché, come ha spiegato il ministro Gergely Gullyás, «l’intenzione è quella di proteggere i bambini». Per questo la solita marcia “arcobaleno” non può «essere tollerata dal Paese».
Il divieto discende dalla legge ungherese che vieta tutto quanto promuova «la deviazione dell’identità rispetto al sesso biologico, il cambiamento di genere e l’omosessualità».
Se questo vale per le regole di un Paese, figuriamoci per la Chiesa, normata oltre tutto dalla Dottrina cattolica, quindi dal Catechismo, che ne è la sintesi:
«Il Catechismo» è la «norma sicura per l’insegnamento della fede». Esso boccia chiaramente le relazioni omosessuali. E vale per tutti. Compresa la parrocchia della Divina Provvidenza di Firenze.
Questa è una battaglia per la salvezza delle anime! Aiutami a combatterla!
Grazie al tuo contributo, potremo lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione per informare e per annunciare a tutti, con chiarezza, ciò che dice la retta Dottrina.