
Pensiero unico a scuola: chi dissente viene punito! Il caso di Verona è solo l’inizio…
Ti rendi conto di quello che sta succedendo? Nelle scuole italiane non si insegna più a pensare, ma solo ad obbedire.
Un bambino di 13 anni osa esprimere un’opinione diversa, viene messo all’angolo, umiliato e punito.
È accaduto a Verona, ma potrebbe succedere ovunque.
Un ragazzo di terza media si è rifiutato di salire una scala decorata con i colori arcobaleno, che nella sua scuola è diventata un simbolo imposto.
Non ha insultato nessuno, non ha mancato di rispetto a nessuno. Ha solo scelto di non partecipare.
Risultato? Il preside lo ha bollato come “omofobo” e gli ha rifilato una nota disciplinare.
Lo capisci quanto è grave? Un bambino, perché di questo stiamo parlando, è stato costretto a percorrere quella scala. Non una, ma due volte. E quando ha provato a evitarla di nuovo, si è visto appiccicare un’etichetta infamante. A tredici anni!
Questo non è educare, è indottrinare!
Prova a metterti nei panni di quel ragazzino. Sei a scuola, dovresti sentirti libero di imparare e crescere, ma invece devi subire una pressione assurda.
Ti impongono simboli e slogan che non senti tuoi e se non ti adegui, sei sbagliato. Se osi dire che la pensi diversamente, sei un problema da correggere.
Ma in che mondo viviamo? La scuola dovrebbe insegnare a ragionare, non a uniformarsi!
E invece eccoci qui, con dirigenti scolastici che impongono un pensiero unico e puniscono chi non si allinea.
Dicono che quella scala rappresentava solo "valori universali" come rispetto e tolleranza. Ma allora perché punire chi non vuole percorrerla? Se era solo una scala, perché trasformarla in un test di fedeltà ideologica?
Stanno portando avanti un piano preciso
Forse pensi che sia solo un caso isolato. Sbagliato! Questo è solo un altro tassello di un progetto più grande.
Si parte con piccole cose: una scala, un cartellone, qualche lezione “di sensibilizzazione”. Ma poi, pian piano, il messaggio diventa chiaro: se non segui questa ideologia, sei fuori.
È così che si costruisce una scuola dove non c’è più spazio per il pensiero critico, ma solo per il conformismo. Dove ai ragazzi non viene chiesto di riflettere, ma solo di accettare passivamente quello che viene imposto.
E attenzione, perché questo non ha nulla a che fare con il rispetto.
Il rispetto è un valore fondamentale, che va insegnato a tutti, ma senza costringere nessuno ad accettare un’ideologia con cui non si identifica. Qui non si sta parlando di diritti, ma di imposizione!
Sei pronto a dire “BASTA”?
Non possiamo stare a guardare mentre trasformano la scuola in un laboratorio di rieducazione. È ora di alzare la voce!
- Difendiamo il diritto dei nostri figli a pensare con la propria testa.
- Diciamo NO a chi vuole manipolare la loro coscienza.
- Pretendiamo che la scuola torni a essere un luogo di educazione, non di indottrinamento.
Per questo, se non l’hai ancora fatto, firma subito la petizione indirizzata al Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara per fermare immediatamente questa pericolosa deriva. Unisciti a questa battaglia per la libertà educativa!
Una battaglia che riguarda tutti noi. Oggi è successo a Verona, domani potrebbe succedere anche nella scuola di tuo figlio, di tuo nipote, del bambino della porta accanto. Non possiamo permetterlo!
Ma non basta! Dobbiamo aprire gli occhi di quante più persone possibile su questa grave minaccia all’educazione dei nostri figli. Per farlo, abbiamo URGENTE bisogno del tuo aiuto!
Con il tuo prezioso sostegno, possiamo potenziare la nostra battaglia, amplificando il nostro messaggio e raggiungendo milioni di persone su Facebook per informarli sulla pericolosa deriva ideologica in atto, affinché si sviluppi una consapevolezza collettiva e si possano adottare misure concrete per contrastarla.
Non possiamo permetterci di restare in silenzio mentre i nostri diritti vengono calpestati. Contiamo su di te!
È il momento di reagire! La scuola è di tutti, non della propaganda gender.