
Procreazione medicalmente assistita: fino a dove vogliamo spingerci?
Basta illusioni! Basta trattare la procreazione medicalmente assistita (PMA) come un progresso inarrestabile e positivo per tutti.
I numeri parlano chiaro: nel Lazio si svolge il 14,3% dei cicli di PMA di II e III livello in Italia, con un aumento vertiginoso delle richieste da quando il servizio è stato inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Il numero di bambini nati con queste tecniche è quasi raddoppiato in due anni, da 1.194 nel 2020 a 2.207 nel 2022. Ma a quale prezzo?
Una corsa folle senza freni
Le strutture pubbliche sono al collasso, le liste d’attesa esplodono e il sistema sanitario, già in affanno, viene caricato di nuovi oneri per garantire trattamenti sempre più diffusi.
Si normalizza la PMA senza mai affrontare la vera emergenza: l’infertilità sta dilagando e nessuno si chiede perché.
È questo il modello di società che vogliamo? Dove la maternità diventa un percorso clinico e i figli un prodotto della tecnologia?
Si moltiplicano le tecniche, si sperimenta sulla vita umana con stimolazioni ovariche aggressive e pratiche sempre più invasive.
Persino la “doppia stimolazione”, pensata per spremere al massimo il corpo femminile, viene esaltata come una conquista. Ma di quale conquista parliamo, se il prezzo da pagare sono rischi per la salute, gravidanze difficili e bambini più fragili?
Un business mascherato da progresso
Non si può ignorare che la PMA sia diventata un mercato: 36 centri specializzati solo nel Lazio, con il privato che domina il settore.
Le coppie, spesso disperate, vengono spinte verso percorsi costosi e stressanti, senza reali garanzie di successo. Si gioca con le loro speranze, si sfrutta la loro vulnerabilità.
Ma ancora più inquietante è il messaggio che stiamo dando alle nuove generazioni: anziché capire e contrastare le cause dell’infertilità, offriamo scorciatoie artificiali che non risolvono il problema.
L’inquinamento, lo stress, l’età sempre più avanzata della maternità: tutto viene ignorato, perché è più facile promuovere la PMA che affrontare il vero nodo della questione.
Fermiamoci, prima che sia troppo tardi!
Non possiamo accettare passivamente questa deriva! La procreazione non può diventare un processo industriale, una catena di montaggio della vita umana.
Dobbiamo rimettere al centro la salute naturale, la prevenzione, la ricerca delle vere cause dell’infertilità.
Se non fermiamo questa corsa folle, ci ritroveremo in un mondo dove la genitorialità sarà solo una questione di trattamenti medici, e dove il concepimento naturale diventerà un’eccezione, non la regola.
Occorre fermarsi e riflettere, prima che sia troppo tardi. Ma è ancora più importante far sentire la nostra voce sempre più forte!
Se credi che la vita non debba essere il risultato di un laboratorio, se pensi che la salute e la fertilità vadano protette, sostieni la nostra grande campagna di sensibilizzazione su Facebook e aiutaci a diffondere questa consapevolezza, a smascherare le ombre che si celano dietro la PMA.
Ogni contributo è un passo verso un futuro in cui la vita viene rispettata e difesa. Il momento di agire è adesso. Non restare in silenzio!
La PMA non è la soluzione! È il sintomo di un problema che stiamo ignorando. E ignorarlo significa condannare il futuro.