Psicoanalisti romani: bambine/i cresciute in coppie omogenitoriali presentano problemi comportamentali inferiori alla norma

Psicoanalisti romani: bambine/i cresciute in coppie omogenitoriali presentano problemi comportamentali inferiori alla norma

Il Centro psicoanalitico di Roma, in un volume di recente uscita, sostiene che

«bambine e bambini cresciute in famiglie omogenitoriali presentano percorsi di sviluppo psicologico socio-emotivo e cognitivo paragonabili a loro coetanee e coetanei cresciute/i in famiglie tradizionali».

«Figlie e figli di coppie omogenitoriali – scrivono gli autori del libro, Laura Porzio Giusto e Nicola Carone – mostrano buone capacità di adattamento, con problemi comportamentali inferiori rispetto alla norma.

Fattori protettivi che possono concorrere a spiegare tali qualità resilienti sono un ambiente familiare amorevole e protettivo, una buona comunicazione tra genitori e figli, con scambi adeguati in base all’età e l’apertura dei genitori rispetto al proprio orientamento sessuale».

Dunque, quello che sembrerebbe emergere, secondo gli psicoanalisti romani, è che lo sviluppo psicologico dei figli delle coppie omogenitoriali non solo può dirsi paragonabile a quello che presentano i figli delle coppie eterosessuali, ma addirittura i primi hanno “problemi comportamentali inferiori”.

Insomma, secondo costoro, ci troveremmo dinanzi ad un mondo alla rovescia.

Eppure, tutto questo, non deve stupirti più di tanto.

Per quale ragione?

Perché il Centro psicoanalitico di Roma fa parte della Società Psicoanalitica Italiana (SPI), la più antica società italiana di psicoanalisi.

La psicoanalisi si basa sulle tesi “pansessualiste” formulate da Sigmund Freud, a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

Per tale motivo Giovanni Paolo II nel 1980 si riferì a lui come ad un “maestro del sospetto”, riprendendo la definizione di Paul Ricoeur.

Come ricorda lo psicologo Roberto Marchesini:

«Per questa disciplina il nucleo fondante l’uomo non è la ragione, bensì l’inconscio, ossia le passioni (che Freud chiama «pulsioni» perché convinto che il loro fondamento sia biologico).

E la ragione, che ruolo ha?

«L’istanza morale (cioè la ragione) nella psicoanalisi è il Super-io: “il veicolo della tradizione, di tutti i giudizi di valore imperituri che per questa via si sono trasmessi di generazione in generazione” (Sigmund Freud, Introduzione alla psicoanalisi, in Opere vol. XI, Boringhieri, Torino 1979, pag. 179)»

Nella psicoanalisi c’è, dunque, un completo ribaltamento dell’antropologia naturale e cattolica.

«Il significato del corpo è, in certo senso, l’antitesi della libido freudiana», disse Giovanni Paolo II, nell’udienza che ti ho citato poc’anzi.

“Nulla di nuovo sotto il sole”, insomma.

Un bambino e una bambina, non mi stancherò mai di ripeterlo, hanno necessità vitale di essere a contatto con la realtà della “differenza”; una differenza biologica, psicologica e affettiva, che soltanto la vita con un padre ed una madre possono dare loro.

«È (…) difficile dire che questa interiorizzazione non sia essenziale ai fini dello sviluppo psicoaffettivo» (Xavier Lacroix, In principio la differenza. Omosessualità, matrimonio, adozione, Vita e Pensiero, Milano 2006, p. 73).

Come hai potuto constatare, ogni notizia, ogni presunto “scoop” che esce, necessita di essere letto attentamente ed analizzato, indagato nelle sue fondamenta così come nei suoi effetti, per “smascherare” presunte nuove acquisizioni, che invece si sciolgono come neve al sole se lette per quel che realmente esse “non dicono”.

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