Se si è a favore della vita non si ha diritto di parola

Se si è a favore della vita non si ha diritto di parola

C’è un clima nel Paese che ci preoccupa molto.

Qualche giorno fa un gruppo di contestatrici ha impedito la presentazione del libro del ministro della Famiglia e delle Pari Opportunità, Eugenia Roccella, che avrebbe dovuto avere luogo presso il Salone del Libro di Torino.

Sembra che le manifestanti facciano parte del movimento femminista “Non una di meno” (di cui recentemente mi sono occupato) e che siano inoltre attiviste dell’organizzazione “Extinction Rebellion”, movimento ecologista “non-violento”.

In sostanza parliamo di organizzazioni che intendono portare avanti battaglie favorevoli all’ottenimento di una maggiore autodeterminazione individuale da un punto di vista civile, sfruttando per l’occasione tematiche “à la page” come l’ecologia.

Non ti nascondiamo che appena abbiamo appreso la notizia, ci sono venuti in mente gli anni ’70.

Ringraziando il Cielo nel nostro Paese non stanno avvenendo scontri di piazza e men che meno attentati terroristici, però c’è un elemento che ci riporta a quei tragici anni: ci riferiamo ad un certo clima avvelenato, di cui ti parlavamo in apertura.

Vedi, quando si impedisce di far parlare una persona che ha scritto un libro, e che per di più è un ministro della Repubblica, significa che ormai si è varcato un limite che potrebbe portare a ben altre conseguenze.

Ormai ci abbiamo fatto l’abitudine: in questo Paese non è possibile parlare di temi etici se non si sposa la narrazione “finto ribellista” della sinistra liberal.

Non si può essere contrari all’aborto, all’eutanasia e al suicidio assistito; non si può essere contrari alle unioni civili e ai matrimoni egualitari… e tra un po’, probabilmente, non si potranno nemmeno fare politiche a favore della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, altrimenti toccherà scontare sicuramente qualche accusa di “discriminazione”.

Mi dispiace, ma noi non ci stiamo ad essere incasellati in questo schema.

Noi intendiamo ribaltare questa visione deleteria e nichilista.

L’aiuto che ti chiediamo è quello innanzitutto di crederci, di sensibilizzare le persone e di aiutarci in questa missione.

Perché abbiamo la netta sensazione, e le elezioni lo confermano, che si fa confusione, si sbraita contro allarmi che non esistono, quando si ha paura e si è in difficoltà.

Ed è esattamente il lavoro che fa la stragrande maggioranza dei media, che dipinge una realtà che semplicemente non esiste, finendo poi con il convincere qualche contestatore “non-violento” o pseudo-tale a commettere qualche sciocchezza.

Ebbene, dobbiamo fare in modo che questi non tocchino più palla. E per farlo è necessario che diveniamo sempre più grandi in modo da poter costruire qualcosa di importante al fine di “influenzare” con maggiore efficacia l’opinione pubblica.

Crediamoci!


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