“Siamo qui, siamo queer, veniamo per i vostri bambini”

“Siamo qui, siamo queer, veniamo per i vostri bambini”

Il mese di giugno, il mese del “Pride”, è finalmente terminato. Alcuni giorni fa, però, è accaduta una cosa che ha allarmato diversi osservatori e il mondo della politica negli Stati Uniti.

Come riporta l’emittente radiotelevisiva NBC, durante la marcia di New York tenutasi il 24 giugno, in occasione della commemorazione dei moti di Stonewall, si sono sentite scandire da almeno un manifestante del Pride, le seguenti parole:

«We’re here, we’re queer, we’re coming for your children».

«Siamo qui, siamo queer, veniamo per i vostri bambini».

Il breve video (di circa 21 secondi) è stato filmato da un giornalista e youtuber, Tim Pool e ha suscitato infinite polemiche nell’opinione pubblica statunitense.

Il rischio di indottrinare i più piccoli è infatti una delle principali preoccupazioni dei Repubblicani e molti governatori del Gop negli ultimi anni hanno inasprito le legislazioni statali cercando di contrastare questo fenomeno.

Quello a cui stiamo assistendo negli Stati Uniti, così come in Europa, è una campagna massiccia – condotta in maniera scrupolosa, capillare – volta a promuovere ogni tipologia di diversità sessuale, che sinceramente desta preoccupazione e sconcerto.

Se guardiamo in casa nostra, tuttavia, la musica non cambia.

Oltre alla Rai o a Mediaset, che praticamente devono riservare “per legge” uno spazio quasi quotidiano a delle testimonianze “gender fluid”, ti invito a dare un’occhiata alle serie tv prodotte o trasmesse negli ultimi anni su Sky, Netflix o su Amazon Prime Video.

Ebbene, rimarrai basito! Non c’è praticamente una storia dove anche incidentalmente non venga mostrata un’effusione omosessuale o almeno non si parli di sfuggita di una storia d’amore o di convivenza omosessuale.

Forse ricorderai, qualche tempo fa ti parlammo della “finestra di Overton”, strumento formidabile per comprendere cosa pensa l’opinione pubblica di un tema e attraverso quali fasi quest’ultimo deve passare prima di rendersi accettabile al pensiero comune.


- inconcepibile (unthinkable)
- estrema (radical)
- accettabile (acceptable)
- ragionevole (sensible)
- diffusa (popular)
- legalizzata (policy)


Secondo te, in una società sempre connessa e globalizzata come la nostra, quali sono gli strumenti più adatti per rendere non semplicemente “ragionevoli”, ma sempre più “diffusi” e “legalizzati” l’omosessualità, il transgenderismo, la barbara pratica dell’utero in affitto e via di questo passo?

La risposta è abbastanza scontata: la televisione (intrattenimento) e il mondo dell’informazione.

Se si bombarderanno le coscienze, infatti, prima o poi queste capitoleranno e “digeriranno” più o meno qualsiasi cosa.

Perché ti diciamo tutto ciò?

Perché, vedi, noi dobbiamo essere consapevoli di quello che sta accadendo sotto i nostri occhi e dobbiamo essere pronti a difendere queste tesi in pubblico con coraggio e senza paura. In questo modo difenderemo anche i più piccoli e le generazioni future.

E davanti alle accuse di omofobia, noi dobbiamo opporre le parole che il Catechismo riserva alle persone che presentano tendenze omosessuali: «devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni ingiusto marchio di discriminazione» (n. 2358).

Consapevoli e fermamente convinti di queste parole, noi dobbiamo con altrettanta consapevolezza denunciare la propaganda che sta compiendo la lobby LGBT, rivendicando la nostra libertà di espressione, contro le ingiuste prevaricazioni di chi si fa scudo dietro le accuse di omofobia o di razzismo.

Dacci la forza di fare la nostra parte in quest’impresa che appare titanica, ma che con l’aiuto di Dio riusciremo ad affrontare uscendone vittoriosi.

Sostieni la campagna, promuovila, diffondila e aiutaci a proteggere i più piccoli.


Dona