Suicidio assistito, Lombardia apre alla discussione

Suicidio assistito, Lombardia apre alla discussione

Si andrà alla discussione in aula.

È la decisione presa ieri dall’ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Lombardia, in merito alla discussione della proposta di legge di iniziativa popolare “Liberi subito” concernente il suicidio assistito.

La proposta di legge mira a definire tempi e modalità certe per coloro che hanno fatto domanda di accesso al suicidio assistito.

Lo scenario che si presenta sotto i nostri occhi è simile a quello già accaduto in Veneto.

Il presidente della regione, Attilio Fontana, come già fatto dal governatore veneto, Luca Zaia, si è detto possibilista, cercando di disinnescare l’importanza del voto.

“Ho sempre sostenuto che si tratti di una questione etica, oltretutto non bisogna essere favorevoli o contrari perché c’è già una decisione della Suprema Corte per cui non possiamo che adeguarci”, ha affermato il governatore lombardo.

“Credo che sia necessario un intervento da parte di chi deve regolamentare le modalità di questa situazione, anche perché io, personalmente, sono contrario a un ipotetico stato etico che decide chi vive e chi no e sono assolutamente convinto che sia necessario porre delle condizioni ben chiare quando si verificano le quali è possibile accedere a questa richiesta”.

Più netto, invece, il capogruppo in consiglio regionale di Fratelli d’Italia, Christian Garavaglia, il quale ha osservato che “Fdi ha sempre scelto la difesa e la cultura della vita, e le risposte non si possono trovare esclusivamente all’interno di un iter terapeutico o di procedure medicali”, aggiungendo, inoltre, che quella sul suicidio assistito, è e resta “una battaglia di bandiera per i radicali”.

“Ciò che è accaduto in Veneto ci insegna che l’esito della votazione finale nel merito resta del tutto aperto – ha commentato il tesoriere dell’Ass. Luca Coscioni, Marco Cappato – ma ora anche il consiglio regionale della Lombardia avrà un’occasione per esprimersi (…)”.

Vedremo dunque quel che accadrà quando verrà discussa la proposta, intanto quel che rilevoiamo di molto pericoloso è il comportamento ondivago del governatore Attilio Fontana.

“L’asse pragmatico-governista” del duo Fontana-Zaia costituisce un pericolo nella coalizione di centrodestra, per tutto il fronte pro-vita.

A poco valgono le riflessioni del tipo: “C’è già una decisione della Corte costituzionale, per cui ciò che decideremo avrà un valore secondario…”.

Tutt’altro, è della massima importanza, al contrario, esprimere la contrarietà delle assemblee legislative regionali dinanzi alla prospettiva di stabilire modalità e tempi certi per dare la morte ad un essere umano.

Per cui, decisioni contrarie alla promozione e alla difesa della vita umana costituiranno per GVV una scelta di campo, di cui ci riserveremo di ricordarti soprattutto in occasione della chiamata alle urne.

È finito il tempo delle deleghe in bianco. Partiti e politici sono avvertiti.

A proposito di questo tema, ti chiedoiamo di unirti a noi e firmare ora la petizione indirizzata al Ministro Orazio Schillaci per chiedergli di promuovere alternative compassionevoli e rispettose per affrontare le sfide legate al fine vita.

La tua partecipazione è fondamentale per costruire una società che valorizzi la vita in ogni sua fase e garantisca un supporto adeguato a chi ne ha più bisogno.

La posta in gioco è alta. Se non agiamo, le forze che in Italia si battono per facilitare il suicidio assistito continueranno a diffondere una cultura di morte e convinceranno molti di noi che il suicidio è l'unica opzione per una persona gravemente malata.

Ma, se riusciremo nel nostro intento, potremmo porre fine a questa pratica letale e contribuire a diffondere una maggiore consapevolezza tra gli italiani sul valore delle cure palliative e della terapia del dolore.


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