
Suicidio assistito: una scorciatoia pericolosa che non possiamo accettare!
Il dibattito sul suicidio assistito sta assumendo toni sempre più preoccupanti, con il rischio concreto di aprire la strada a una deriva pericolosa che trasforma la sofferenza in una sentenza di morte.
L’inaccettabile posizione assunta dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che invoca una “normativa chiara e definitiva” per regolamentare la morte assistita, è un segnale allarmante.
Non esiste un diritto al suicidio assistito, e la Corte Costituzionale non ha mai riconosciuto un generale diritto a porre fine alla propria esistenza.
Eppure, c’è chi insiste per legittimare una pratica che svilisce la dignità umana e nega una verità fondamentale: chi soffre ha bisogno di aiuto per vivere, non per morire!
Cure palliative: la vera risposta al dolore
Mentre qualcuno pensa a facilitare la morte, migliaia di persone in Italia restano senza accesso alle cure palliative.
I numeri parlano chiaro: ogni anno, tra le 30.000 e le 50.000 persone non riescono a entrare nella Rete Regionale di Cure Palliative, trovandosi abbandonate al dolore nei pronto soccorsi o nei reparti ospedalieri per acuti.
Questo è il vero scandalo!
La Regione Lombardia, anziché accodarsi alla retorica progressista del “fine vita”, dovrebbe garantire a tutti i malati un’assistenza dignitosa, investendo su hospice e unità di cure palliative domiciliari.
È vergognoso che, mentre le risorse per il supporto e il sollievo del dolore scarseggiano, si parli con tanta leggerezza di regolamentare il suicidio assistito.
Non possiamo restare a guardare mentre la cultura della morte prende piede. Se non ci opponiamo oggi, domani sarà troppo tardi. Il tempo di agire è ADESSO!
Per questo, se non l’hai ancora fatto, firma subito la petizione promossa da Generazione Voglio Vivere, per chiedere al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Governo di intervenire immediatamente per bloccare questa deriva e promuovere politiche che valorizzino la vita e la dignità di ogni persona.
Fai sentire forte la tua voce per un’Italia che protegge, sostiene e difende i più fragili. La vita non si negozia, si tutela!
Il pericoloso cedimento di Bassano del Grappa
Il pericolo è evidente: ogni cedimento apre la strada a una cultura dello scarto, dove i più fragili vengono abbandonati e la morte diventa una soluzione “pratica”.
A Bassano del Grappa si è consumato un vero tradimento della difesa della vita. Il Consiglio Comunale ha approvato una mozione che spalanca le porte al fine vita, mascherandola da sensibilizzazione sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat).
Ancora più grave è il cedimento di forze politiche storicamente schierate per la tutela della vita. Pochi hanno avuto il coraggio di opporsi: tra loro, il consigliere Gianluca Pietrosante, che ha denunciato con forza questa deriva.
Come possono verificarsi simili cedimenti persino in territori legati ai valori della vita?
Ogni istante che scorre è un passo in più verso un futuro incerto. Se oggi restiamo in silenzio, domani potrebbe essere irrimediabilmente troppo tardi.
Non possiamo lasciare che la cultura della morte avanzi senza ostacoli. Abbiamo il dovere morale di costruire un’Italia che difende e sostiene i più vulnerabili.