Trans e contagio sociale, finalmente lo ammettono!

Trans e contagio sociale, finalmente lo ammettono!

Non ci crederai, ma è così: finalmente lo ammettono anche loro!

A cosa ci rifermiamo? Leggi e capirai subito.

Il presidente di un’organizzazione sanitaria transgender ha ammesso al New York Times che alla base del crescente fenomeno dell’identificazione trans da parte di bambini e adolescenti, vi sia un “contagio sociale”.

«Ci sono persone nella mia comunità che negheranno che ci sia una sorta di “contagio sociale” – non dovrei dire contagio sociale, ma almeno l’influenza dei compagni su alcune di queste decisioni» (Trans Kids Deserve Private Lives, Too)

A parlare è il dottor Marcy Bowers, medico uomo che si identifica come donna, presidente della World Professional Association for Transgender Health (WPATH), ossia l’Associazione Professionale Mondiale per la Salute dei Transgender.

Quanto affermato dal dottor Bowers è importantissimo. Finalmente una persona, per giunta proveniente da quel mondo, sostiene ciò che io e te pensiamo da sempre.

Non è una casualità se molti adolescenti un giorno, tornando da scuola, rivelano ai genitori di sentirsi “ingabbiati” in un genere sessuale a cui loro non sentono di appartenere.

Ciò accade poiché il bombardamento mediatico a cui sono esposti si fa sempre più asfissiante, specialmente negli Stati Uniti d’America.

Basta che “abbocchino” in pochi e il fattore legato all’emulazione avrà poi campo libero, specialmente nel periodo dell’adolescenza.

Secondo una stima del William Institute, dell’Università della California (UCLA):

«I giovani di età compresa tra 13 e 17 anni costituiscono una quota maggiore della popolazione identificata come transgender rispetto a quanto precedentemente stimato, comprendendo attualmente circa il 18% della popolazione identificata come transgender negli Stati Uniti, rispetto al 10% precedente» (How Many Adults and Youth Identify as Transgender in the United States?).

Lisa Littman, ricercatrice della Brown University, ha notato che in particolare nelle ragazze avviene quello che lei definisce come “rapid onset gender dysphoria” o ROGD, ossia “disforia di genere a rapida insorgenza”.

Una giovane donna, che sino a qualche settimana prima non aveva manifestato alcuna problematica, improvvisamente afferma di soffrire inquietudine nel ritrovarsi in un genere sessuale a cui non sente di appartenere.

Un vero e proprio caso sociale che ha investito l’intero Occidente e non solo, e che sta facendo discutere anche molti psicologi.

Un interessante studio, a questo proposito, è quello condotto dallo psicanalista e professore universitario Roberto Buzzetti, in un articolo intitolato: Riassegnazione di genere in età evolutiva: il ruolo dei social nell’aumento delle richieste.

Leggiamone alcuni estratti, in rapida sequenza:

«L’incremento della valutazione diagnostica di disforia di genere varia dal 1000% al 4000%. I casi diagnosticati in questi termini si sono dunque moltiplicati in una quantità che va da 10 a 40».

«In Francia (...) le domande di riassegnazione di genere sono divenute 10 al mese nel 2020 mentre erano 10 all’anno nel 2010. Negli Stati Uniti d’America, a Boston, è stata aperta nel 2007 la prima clinica per giovani transgender; nel decennio successivo ne sono state aperte ben 40 e questa escalation continua tuttora».

«Abbondano video su YouTube o su Tik Tok, pagine Instagram e gruppi Facebook, sia in italiano che in inglese che in francese, nei quali vengono riportate foto e testimonianze di giovani che stanno compiendo o hanno compiuto il percorso di transizione».

«alcuni commenti dimostrano la dimensione di identificazione, peraltro tipica della fascia d’età preadolescenziale: “Sono proprio trans; il tuo video mi ha confermato quello che pensavo”. Molti soggetti giovanissimi si appiccicano all’identità che credono di aver trovato grazie a questi video cui giungono spesso attraverso la ricerca di specifici hashtag».

«Un ruolo eminente lo assumono anche in questo ambito gli influencer che riescono a reclutare followers e a includerli nelle comunità virtuali di orientamento trans».

Crediamo che non ammettere tutto ciò equivalga ad essere realmente ciechi. La realtà che oggi ci troviamo a vivere, è esattamente quella che ci ha descritto il prof. Buzzetti.

Ma la cosa che più colpisce è quando il professore scrive che «i genitori assistono impotenti al radicale cambiamento delle fattezze corporee dei propri figli», trovandoseli di fatto cambiati da un giorno all’altro.

Provate a immaginare cosa si provi ad osservare i propri figli e nipoti e a vedere in loro persone diverse, che tentano di occultare i propri caratteri sessuali secondari e che iniziano ad indossare abiti del genere sessuale a loro opposto.

Ma come se non bastasse, costoro in società devono anche essere guardinghi dal rivelare il proprio stato d’animo, per non rischiare accuse ingiustificate di omofobia o violenza, pur patendo un profondo dolore interiore.

«Se non vi fosse il rischio di venire etichettati come omofobi, ci si autorizzerebbe a scrivere che già Freud aveva colto nella trasformazione nel genere opposto un frequente tentativo di guarigione all’apice della psicosi il cui esempio più celebre è quello della femminilizzazione di Daniel Paul Schreber dopo la nomina a Presidente della Corte d’Appello di Dresda. Schreber testimonia del suo martirio nelle celebri “Memorie di un malato di nervi”», osserva, infine, lo psicanalista Buzzetti.

Due fattori, dunque, incidono in maniera preponderante sull’aumento smisurato di adolescenti che manifestano “disforia di genere”: contagio sociale e probabile psicosi.

Questi dati dobbiamo diffonderli, farli conoscere a quante più persone possiamo.

Come hai avuto modo di vedere, questa battaglia si combatte principalmente sul terreno della cultura e della diffusione mediatica, e noi non possediamo i loro mezzi.

Le armi che abbiamo non sono poi molte, questo è sicuro, eppure ve ne sono due in particolare che possediamo, in grado di distruggere qualsiasi opposizione, e sono quelle offerteci dalla bellezza dell’ordine naturale e dalla forza della fede.

Sostienici e combatti insieme a noi per far trionfare la Verità.


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