Trump dice NO alla narrazione gender nelle istituzioni: basta imposizioni!

Trump dice NO alla narrazione gender nelle istituzioni: basta imposizioni!

Donald Trump ha intrapreso una battaglia contro l’imposizione dell’ideologia gender, stilando una lista di parole da eliminare dai documenti ufficiali delle agenzie federali degli Stati Uniti. 

Il suo obiettivo è chiaro: porre fine a un’indottrinamento che, sotto il pretesto della diversità, equità e inclusione (DEI), ha spesso imposto visioni ideologiche radicali a scapito della realtà biologica e del buon senso. Trump aveva già provato, nel suo primo mandato, a contrastare queste derive ideologiche. 

L’elenco delle parole proibite oggi include termini come "gender", "transgender", "LGBT", "transessuale" e "non binario", concetti che negli ultimi anni sono stati usati come strumenti per ridefinire la società e minare valori consolidati.

Ma Trump non si è fermato alle parole: ha ordinato al Dipartimento di Stato di rilasciare passaporti basati esclusivamente sul sesso biologico e ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di intervenire contro insegnanti e funzionari scolastici che favoriscono la transizione di minori, un fenomeno sempre più diffuso che solleva serie preoccupazioni etiche e mediche. 

Il suo intento è ripristinare ciò che ha definito “la verità biologica nel governo federale” e arginare un’agenda ideologica che ha influenzato profondamente le istituzioni.

L’ordine esecutivo impone alle agenzie federali di rimuovere qualsiasi documento, regolamento o comunicazione che sostenga la propaganda gender. 

Tra le istituzioni coinvolte figurano il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) e la National Science Foundation, enti che dovrebbero occuparsi di salute e ricerca scientifica senza lasciarsi trascinare in battaglie ideologiche.

Tuttavia, come prevedibile, gli attivisti dell’ideologia gender hanno subito gridato all’allarme, sostenendo che questa decisione metta a rischio la salute di alcune minoranze. 

L’Infectious Disease Society of America, per esempio, ha criticato la rimozione di risorse legate all’HIV e ai temi LGBTQ dai siti delle agenzie sanitarie, sostenendo che ciò possa compromettere la raccolta di dati scientifici. 

Eppure, la vera questione non è l’accesso alle cure, ma l’uso della sanità pubblica come veicolo per diffondere precise visioni ideologiche.

La decisione di Trump, dunque, segna un passo importante per contrastare l’imposizione di un pensiero unico sul gender. 

Già nel 2017, durante il suo primo mandato, aveva cercato di arginare questa deriva; oggi, nel 2025, riafferma la necessità di riportare il dibattito su un piano di realtà e di tutelare la libertà di pensiero dalle pressioni di una narrativa sempre più pervasiva.

 

Attribuzione Immagine: Gage Skidmore from Peoria, AZ, United States of America, CC BY-SA 2.0, Wikimedia Commons
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