
Un passo verso il baratro: in Toscana la legge sul suicidio assisito entra in vigore!
Siamo di fronte a un momento drammatico nella storia del nostro Paese.
Con l’entrata in vigore della legge sul fine vita in Toscana, viene compiuto un passo inquietante verso la normalizzazione della morte procurata come soluzione accettabile alla sofferenza.
Questa legge, presentata come “profondamente innovativa”, altro non è che la consacrazione di una cultura dello scarto, dove la sofferenza non viene più alleviata con la cura, ma cancellata con la morte. È davvero questa la direzione che vogliamo prendere?
A rendere ancora più grave questo passaggio è il fatto che il ricorso presentato dal centrodestra per fermare questa legge sia stato respinto.
Il ricorso voleva sollevare questioni di legittimità costituzionale, ma è stato respinto senza esitazioni, come se il diritto alla vita potesse essere liquidato con un voto politico e non con un’attenta riflessione sulle conseguenze di questa decisione.
Non sfugge l’agghiacciante freddezza con cui tutto viene regolamentato.
37 giorni per ottenere il via libera alla morte. 20 giorni per stabilire se il paziente è “idoneo” a morire. 10 giorni per individuare chi eseguirà la pratica. Poi la scelta del farmaco e, infine, l’atto finale, quello che fino a ieri sarebbe stato considerato inaccettabile: il suicidio medicalmente assistito.
È questo che vogliamo? Un protocollo burocratico per decidere chi può vivere e chi no?
Il rischio è che questa legge diventi un precedente pericoloso, che porti a una deriva inarrestabile, dove la morte diventa la risposta più facile, più veloce, più conveniente.
Ora il governo ha 60 giorni per impugnare questa legge. È un tempo prezioso, un'opportunità per fermare questa deriva prima che sia troppo tardi!
Non possiamo permettere che il nostro Paese imbocchi questa strada senza ritorno, perché oggi è la Toscana, domani potrebbe essere l’Italia intera.
Firma la petizione indirizzata al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Governo per chiedere di bloccare immediatamente questa deriva e promuovere politiche che valorizzino la vita e la dignità di ogni persona. Il tempo per agire è adesso!
Il futuro di una società si misura dal modo in cui tratta i più fragili. E con questa legge, stiamo scegliendo di lasciarli soli davanti alla morte!