(URGENTE) Facciamoci sentire contro la condanna a morte di Indi Gregory

(URGENTE) Facciamoci sentire contro la condanna a morte di Indi Gregory

Siamo profondamente indignati ed arrabbiati!

Alle ore 14.00 di oggi, salvo miracoli, verranno tolti i supporti vitali che tengono in vita la piccola Indi Gregory.

Parliamo della bambina di otto mesi affetta da una grave malattia, cui l’ospedale di Nottingham vuole sospendere le cure con l’avallo tacito dei tribunali.

Proprio alle 14.00 di oggi, infatti, scadrà la sospensione giudiziaria che impedisce ai medici di toglierle le cure vitali.

Si ripete il solito, triste e diabolico copione (ci sia consentito dirlo, senza se e senza ma) che avevamo già visto nei casi di Charlie Gard, Alfie Evans, Archie Battersbee, Sudiksha Thirumalesh ed altri e che vede come protagonisti, ancora una volta, il sistema sanitario e giudiziario del Regno Unito.

È semplicemente intollerabile che possano continuare ad accadere dei casi simili!

Con il rischio, fra l’altro, che una simile prassi mortifera possa estendersi in altri Paesi occidentali.

Ormai è stato toccato il baratro e NON POSSIAMO PIÙ restare inerti.

Ecco perché abbiamo deciso di inviare una petizione di protesta a Edward Llewellyn, ambasciatore del Regno Unito in Italia.

Il copione andato in scena può riassumersi così: un/a bambino/a di pochi mesi nasce con una grave malattia, che i medici ritengono inutile curare, dicendo ai genitori che l’unica via da percorrere è quella di sospendere i trattamenti vitali necessari per far restare in vita il bambino/a

I genitori protestano, si oppongono ai “consigli” pro-morte dei vertici ospedalieri e così il caso viene portato in tribunale.

Giunti a questo punto, occorre far notare che in tribunale “il servizio sanitario nazionale, gli avvocati e i medici si spalleggiano a vicenda, si comportano come amici e pranzano persino insieme”, afferma Dean Gregory, il papà della piccola Indi.

“La famiglia”, infatti, “non ha alcuna possibilità e non ha alcun diritto – continua Dean Gregory –. Sono rimasto scioccato dalle testimonianze esagerate che i professionisti hanno rilasciato in tribunale per dimostrare che Indi soffre terribilmente”.

A poco sembra sia servita l’offerta dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – ente di cura della Santa Sede – di accogliere Indi per continuare le cure.

Secondo il padre della bambina, infatti, davanti alla proposta dell’Ospedale vaticano e al consenso al trasferimento da parte dello Stato italiano, i medici dell’ospedale inglese

“erano molto irritati e hanno chiarito che non l’avrebbero lasciata andare. Sembrava che fosse in gioco la loro reputazione e non potevano permettere che si creasse un precedente che potesse incoraggiare altri a seguire l'esempio, quindi dovevano punirci”.

Davanti a casi come questo e ad atteggiamenti simili da parte di persone che dovrebbero comportarsi da medici, ci si gela letteralmente il sangue.

Restiamo profondamente indignati dinanzi a questo “sistema diabolico”, per utilizzare le parole di Dean Gregory.

Soltanto una cosa possiamo fare: pregare e protestare con tutto noi stessi dinanzi ad un silenzio spettrale da parte della stragrande maggioranza dei media.

Ti chiediamo di non fare mancare il tuo sostegno a questa iniziativa e di firmare subito la petizione di protesta indirizzata all’ambasciatore del Regno Unito in Italia.

Se credono che noi, al pari degli altri, ci abitueremo prima o poi a questa prassi mortifera, beh se lo possono scordare!

Non hanno capito con chi hanno a che fare e soprattutto non hanno ben compreso forse contro chi combattiamo, vero ispiratore di simili nefandezze: “Omicida fin dal principio (…), menzognero e padre di menzogna” (Gv 8, 44).


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