
Aborto: ora siamo in pericolo!
Vogliamo farti una domanda: tu ti senti al sicuro?
Noi, francamente, no. Non più. Non dopo la risoluzione approvata dalla Regione Emilia-Romagna, che ha vietato manifestazioni e cortei nei pressi delle cliniche abortiste.
Nel mirino del provvedimento sono finite le «pressioni psicologiche e intimidazioni, spesso celate sotto forma di “preghiere”, da parte di attivisti anti-aborto».
Ora sono state istituite precise ed invalicabili “zone di accesso sicuro”, dove i promotori della Vita non sono ben accetti.
Tutto questo con ogni evidenza va contro la Costituzione, ma poco importa alla maggioranza di Sinistra alla guida della Regione.
Che cosa ci allarma, in particolare? Il fatto che in questo caso sia stato duplicato tale e quale il modello tristemente adottato dal Regno Unito.
È un modello inquietante. Il perché lo ha detto chiaramente il vicepresidente americano Vance nel febbraio scorso, in occasione della Conferenza di Monaco sulla Sicurezza.
In quell’occasione Vance disse che la minaccia peggiore per l’Europa era quella interna ovvero l’allontanamento del Vecchio Continente «da alcuni dei suoi valori più fondamentali».
Ed ha citato proprio il caso dell’Inghilterra, che con l’istituzione di «zone cuscinetto», col divieto assoluto di pregare nei pressi delle cliniche abortiste, ha compiuto un passo in questa direzione.
Molti sono già stati incarcerati per questo. Sempre più chi non canta col coro viene escluso, emarginato, estromesso. Talvolta viene condannato e punito con sanzioni o con la galera.
Democrazia e libertà di espressione sembrano essere divenute solo un lontano ricordo, mentre più vicino e concreto diviene il timore di marciare a grandi passi verso una nuova forma di dittatura.
Ecco cosa ci preoccupa. E siamo sicuri che sta preoccupando anche te. Perché la logica del dialogo viene sempre più rimpiazzata dall’oppressione della forza, del bavaglio, della violenza.
Per questo crediamo che non possiamo accettare tutto questo passivamente, per non rendercene complici muti e silenziosi. Dobbiamo fare anzi tutto il possibile per cambiare – e presto - le cose.
Oggi abbiamo due strumenti efficaci a disposizione. Il primo consiste nel firmare, se non lo hai ancora fatto, la petizione «Difendere la Vita non è reato: STOP alla censura ideologica!».
È stata promossa da Generazione Voglio Vivere e indirizzata al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affinché come governo si impegni a tutelare la libertà di parola, anche per le sigle pro-life.
Il secondo modo consiste nell’informare l’opinione pubblica, spesso tenuta all’oscuro di queste notizie dalla grande stampa, che non se ne occupa o le liquida dandovi poco spazio.
Noi invece intendiamo lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione, sfruttando i social per far sapere tutto questo a tanti ed in poco tempo.
Tale operazione ha però un costo, che da soli non potremmo sostenere. Ma col tuo aiuto ce la possiamo fare!
Creare una nuova sensibilità pro-life, convertire i cuori e tutelare tanto le donne quanto i figli che custodiscono in grembo è oggi possibile a tutti, con un piccolo sforzo.
Perché, capisci? I “Gay Pride” devono essere consentiti e le iniziative pro-life vietate con la forza della norma. C’è qualcosa che non va!
Quella che stiamo vivendo è una situazione distopica, degna dei peggiori scenari tratteggiati da «Il padrone del mondo» di don Robert Hugh Benson oppure da «1984» di George Orwell.
Sai, nei giorni scorsi il card. Gerhard Müller, già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha condannato proprio il divieto britannico di pregare nei pressi delle cliniche abortiste.
In particolare, ha dichiarato che tale proibizione ricorda la persecuzione inflitta dal regime nazista ai prelati cattolici, che pregavano per gli ebrei perseguitati.
Avviene nel Regno Unito ed ora anche in Emilia-Romagna. In entrambi i casi è vietato l’attivismo pro-life.
Questa rappresenta una deriva morale, politica e spirituale, che fa paura e, di fronte alla quale, non possiamo restare zitti.
Non dire nulla oggi potrebbe costarci caro domani!