
Allarme aborto: l’illusione della contraccezione e le conseguenze sui padri!
E' semplicemente angosciante. Purtroppo la realtà era esattamente quella che abbiamo sempre denunciato.
«EllaOne», la famigerata “pillola dei cinque giorni dopo”, ha effetti abortivi. Un recente studio, apparso su The New England Journal of Medicine – Evidence, lo ha dimostrato.
Raddoppiando il dosaggio dell’ulipristal acetato (il principio attivo di tale prodotto) ed aggiungendo misoprostolo, su 133 donne incinta fino alla nona settimana, il 97% ha abortito.
Tieni presente che, oltre tutto, in Italia «EllaOne» può essere acquistata anche dalle minorenni e senza ricetta medica, richiesta invece per un normalissimo farmaco antinfiammatorio o antibiotico.
Ancor più drammatica è la diffusione di questa pillola: nel 2023 rappresentava il 61% di tutti i prodotti post-coitali venduti in Italia. Ne sono state acquistate oltre 760.000 confezioni.
Un dramma! Quanti esseri umani sono stati eliminati in questo modo nel grembo delle loro madri, senza nemmeno lasciar loro il tempo di svilupparsi, senza lasciare traccia?
Proviamo grande angoscia di fronte a notizie come questa. Davvero riteniamo che si debba pregare tanto, perché queste sono azioni, che gridano vendetta al cospetto di Dio!
Ma, oltre a ciò, bisogna anche informare, perché tanti, troppi sono coloro, che non sanno, che restano all’oscuro. Fuori e dentro l’intimità della coppia.
In quanti si sono illusi di potersi concedere qualsiasi libertà in campo sessuale, senza volerne patire le “conseguenze”?
Invece le “conseguenze” ci sono, perché «EllaOne» non è contraccezione, «EllaOne», assunta in queste modalità, provoca l’aborto.
Quand’anche fosse assunta nel dosaggio previsto entro cinque giorni dal rapporto, nulla esclude che il concepimento, in realtà, nel frattempo sia già avvenuto.
Di fatto, dunque, in entrambi i casi sempre di azione abortiva si tratta. Quante vite umane è già costata tale ignoranza colpevole? Non osiamo immaginarlo. Solo Dio lo sa.
Per questo, tramite i social, intendiamo lanciare una vasta campagna di informazione, che prevenga tali tragedie. Ma questo ha un costo, di cui da soli non riusciamo a farcene carico. Abbiamo URGENTE bisogno del tuo aiuto!
È urgente, perché non ci si rende spesso conto dei danni provocati da un aborto. La prima vittima è, naturalmente, il bimbo ucciso nel grembo materno, la cui vita viene letteralmente spenta.
In seconda istanza, la donna, che, alle possibili conseguenze fisiche derivanti dal gesto compiuto (tanto chirurgico quanto farmacologico), aggiunge quelle psicologiche, tra rimorsi e sensi di colpa.
Ma, secondo un recente studio danese, pubblicato su Jama Network Open, anche gli uomini riportano problemi di salute mentale, dopo aver subìto la perdita del figlio tramite aborto indotto.
Finora hanno magari sofferto in silenzio questa tragedia, ma i dati parlano da soli.
Quando l’aborto avviene prima della 12a settimana, il padre presenta il 90% di probabilità in più di finire in un ospedale psichiatrico o di esser trattato con antidepressivi ed il 40% con ansiolitici.
Anche un anno dopo, le cose non cambiano, il dolore continua a macerare: risulta così più alto per gli uomini il bisogno di ricorrere ad ipnotici (74%) ed ansiolitici (79%).
In caso di aborto tardivo cioè oltre la 13a settimana, gli uomini hanno una probabilità 4 volte maggiore di dover assumere ipnotici ed il 60% in più di dover ricorrere ad un ospedale psichiatrico.
Secondo i ricercatori, si tratta oltre tutto di dati forse sottostimati, poiché molti padri potrebbero non aver mai cercato aiuto ed assistenza, restando soli col loro dramma.
Oppure potrebbero essersi rivolti a psicologi e psicoterapeuti, senza quindi far ricorso a farmaci.
Per questo gli esperti sottolineano l’importanza di rafforzare i sistemi di supporto ad entrambi i genitori nella lotta contro le conseguenze psicologiche dell’aborto, che non è MAI una soluzione!
È, questa, una verità troppo a lungo negata o ignorata, ma di cui gli operatori sanitari e le coppie dovrebbero prendere al più presto consapevolezza.
C’è una soluzione a tutto questo: scegliere la vita ed accogliere responsabilmente la creatura generata. È il gesto più facile, più bello e più grande, che si possa compiere!
Preghiamo, affinché sempre di più siano coloro che accettano con gratitudine il figlio loro donato da Dio. Al contempo, però, agiamo informando.
La scienza conferma che l’aborto finisce per presentare il conto: non c’è pillola, non c’è bisturi, non c’è pretesto economico o sociale che possa mettere a tacere la nostra coscienza, il nostro cuore.
Per questo abbiamo assolutamente bisogno del tuo aiuto: per lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione, affinché la gente sappia. Prima che sia troppo tardi.