Ideologia woke: anche la botanica si piega alla propaganda arcobaleno!
Non c’è più limite all’indottrinamento woke, e l’ultima assurdità arriva direttamente dalla Gran Bretagna, dove persino i giardini botanici vengono trasformati in strumenti di propaganda ideologica.
Il Chelsea Physic Garden, uno dei più antichi giardini di Londra, ha deciso di piegarsi al dogma LGBTQ+, lanciando un programma che nulla ha a che fare con la scienza e con la missione originale del giardino: “A Dash of Lavender”.
Sotto il pretesto di celebrare il mese della storia LGBTQ+, questo storico luogo è diventato teatro di eventi esclusivi per la comunità arcobaleno, come il surreale “Psychedelic Queer Nature Inspired Printmaking Workshop” e il bizzarro “Myths, Mosses & Monsters: Queer Ecology After Dark”, che promette di far esplorare il giardino attraverso una fantomatica “lente dell’ecologia queer”.
Sì, avete capito bene: ecologia queer!
Una distorsione totale della realtà, in cui la scienza viene messa da parte per far spazio a un’ideologia che vuole imporsi a tutti i costi.
Il progetto nasce da “Queer Botany”, un’iniziativa che da anni estende i suoi tentacoli nelle istituzioni britanniche, come il National Trust e i Kew Gardens, imponendo una narrazione forzata che nulla ha a che fare con il rigore scientifico.
La lavanda ha “fiori bisessuali”, ci dicono con tono serio, come se questo fosse un argomento di rilevanza per la botanica tradizionale.
La verità è che l’ideologia woke non conosce limiti e si insinua ovunque, anche dove non avrebbe alcun motivo di esistere. Un giardino botanico dovrebbe occuparsi di piante, ricerca e conservazione, non di costruzioni ideologiche che dividono anziché unire.
Questa deriva è l’ennesima dimostrazione di come l’agenda progressista stia travolgendo ogni ambito della società, trasformando la cultura, la scienza e perfino la natura in strumenti di propaganda.
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