Indottrinamento gender anche nei cartoni animati! Chi fermerà questa deriva?

Indottrinamento gender anche nei cartoni animati! Chi fermerà questa deriva?

Siamo arrivati al punto di non ritorno: persino i cartoni animati per l'infanzia sono diventati strumenti di propaganda ideologica. 

Il caso del noto show “Hey Duggee”, trasmesso dalla BBC e da Cartoonito in Italia, è solo l’ennesimo esempio di come l’innocenza dei più piccoli venga usata come terreno fertile per instillare concetti complessi, forzati e inappropriati.

L’introduzione di un personaggio gender neutral – un procione non binario, con tanto di pronomi “they/them”non è una svista creativa. È una scelta deliberata, pensata per normalizzare nei bambini in età prescolare concetti che neanche riescono ancora a comprendere. 

Parliamo di piccoli tra i 3 e i 5 anni, che stanno ancora imparando a parlare, a distinguere le parole base, figuriamoci assorbire l’ideologia woke mascherata da inclusività.

Questo non è intrattenimento. Questo è indottrinamento!

È gravissimo che i mezzi di comunicazione più influenti, come la BBC, anziché tutelare lo sviluppo armonioso dei bambini, scelgano di strumentalizzarlo in nome dell’attivismo politico. 

La grammatica, la sintassi, l’identità personale: tutto viene piegato all’altare di una narrazione ideologica che ignora completamente l’età, la fragilità e le reali esigenze dei più piccoli.

Non possiamo restare in silenzio mentre l'infanzia viene manipolata! L’identità di genere è un tema delicato e personale, che richiede maturità, consapevolezza e un contesto educativo adeguato. Non è un giocattolo culturale da infilare nei programmi per bambini come fosse un semplice elemento narrativo. 

I genitori hanno il diritto – e il dovere – di educare i propri figli secondo i propri valori, senza che la televisione – pubblica, per giunta – imponga visioni ideologiche travestite da “diversità”.

A tre anni un bambino ha bisogno di sicurezza, chiarezza e stabilità, non di confusione linguistica o di messaggi ambigui che minano la sua crescita cognitiva e identitaria. Non si può “educare” un bambino disorientandolo.

Difendere l’infanzia significa anche difendere il diritto dei bambini a non essere bersaglio di battaglie ideologiche. È tempo di dire basta! 

Dobbiamo lasciare che i bambini siano bambini e che crescano nel rispetto dei loro tempi, della loro mente in formazione, senza forzature travestite da progresso.

 

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