La follia del fiocco arcobaleno: quando l'ideologia cancella la realtà biologica

La follia del fiocco arcobaleno: quando l'ideologia cancella la realtà biologica

Ancora una volta, e ancora da Padova, siamo costretti a prendere posizione contro l’ennesimo caso di deriva ideologica, che usa il linguaggio dei “diritti” per giustificare la negazione della realtà.

L’assessore Margherita Colonnello, alla nascita del figlio Aronne, ha deciso di sostituire il tradizionale fiocco azzurro con fiocchi arcobaleno.

Non un gesto privato, ma una scelta ostentata e politicizzata, annunciata mesi prima al Pride cittadino e poi esibita con clamore a Palazzo Moroni.

“Deciderai tu chi essere”, ha detto la madre.

Ma qui non parliamo di scelte future, di gusti, di inclinazioni: parliamo dell’inizio della vita, di quel momento in cui la natura – e non l’ideologia – scrive un dato oggettivo e incontrovertibile.

Si nasce maschi o si nasce femmine. La biologia non è un’opinione! E lo hanno ribadito con chiarezza anche diverse voci politiche.

Rossano Sasso, deputato della Lega ha sottolineato che: “Si nasce maschi o si nasce femmine, e la sua ideologia non potrà mai cancellare queste differenze. I bambini hanno bisogno di certezze, non di una madre che gli dica che può sentirsi maschio e femmina. Dire che suo figlio si costruirà da solo la propria identità rappresenta la follia ideologica e il fallimento educativo”.

Sulla stessa linea si è espressa anche Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati: “Alla nascita siamo maschi o femmine. Punto. Negare questa realtà biologica equivale a sostenere che la terra è piatta”.

Non meno incisivo il commento del consigliere comunale Luciano Sandonà: “La natura ci fa uomini o donne. Se all’assessore non va bene, se la prenda con Dio, ma i bambini devono essere lasciati stare”.

Parole che pesano, perché riflettono ciò che la stragrande maggioranza delle persone sente dentro di sé: il bisogno di verità, di stabilità, di radici che non possono essere cancellate da un colpo di pennello ideologico.

È in questo clima di confusione e propaganda che diventa urgente un impegno collettivo. Non basta indignarsi: serve agire.

Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare la petizione “Proteggiamo i nostri figli dall’indottrinamento ideologico!”, promossa da Generazione Voglio Vivere.

Un gesto semplice ma potente, per dire chiaramente che i bambini non devono essere cavie di esperimenti sociali e che la verità biologica va difesa con forza.

E per dare ancora più voce a questa battaglia, chiediamo anche un tuo aiuto concreto!

Sostieni con una generosa donazione la nostra vasta campagna di sensibilizzazione online, tramite Facebook, per ribadire l’unica verità biologica e raggiungere più italiani possibile.

Ogni contributo ci permette di informare più famiglie e più cittadini, contrastando una narrazione che vuole ribaltare la realtà.

Non è in discussione il rispetto per la persona, né la dignità di chiunque viva la propria esperienza in modo diverso. Ma è inaccettabile che si strumentalizzi un neonato per trasformarlo in simbolo di battaglie ideologiche.

I bambini non sono laboratori sociali, né bandiere da sventolare. Sono creature fragili, che hanno bisogno di punti fermi, di figure educative che trasmettano certezze, non confusione.

Perché è proprio questa la questione: negare la differenza sessuale significa togliere punti di riferimento, distruggere il senso di realtà e consegnare i più piccoli a un futuro di smarrimento.

Non c’è libertà dove non c’è verità. Non c’è inclusione se prima non si riconoscono i dati elementari della vita.

Non c’è spazio per interpretazioni arbitrarie. Non c’è arcobaleno che possa cancellare l’azzurro e il rosa, perché sono i colori della vita stessa.

 

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