L’aborto non è diritto fondamentale dell’Ue

L’aborto non è diritto fondamentale dell’Ue

Qualche giorno fa la Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) ha pubblicato una dichiarazione in cui manifesta la propria contrarietà a rendere l’aborto un diritto fondamentale dell’Unione Europea.

«Non esiste alcun diritto riconosciuto all’aborto nel diritto europeo o internazionale», è quanto sostengono i vescovi.

Il documento in questione si intitola “L’indifendibilità etica di un diritto fondamentale dell’Ue all’aborto” ed è stato redatto dalla Commissione etica della Comece guidata dal vescovo sloveno, mons. Anton Jamnik.

In esso si legge che «la dignità umana è un valore fondamentale nei trattati e nella Carta dell’Ue».

Vi è poi un breve richiamo alla storia delle istituzioni europee ed alle intenzioni dei suoi padri fondatori.

«I padri fondatori dell’Unione europea – osservano i vescovi – (…), erano ben consapevoli dell’importanza fondamentale della dignità inalienabile dell’essere umano.

Il rispetto della dignità di ogni essere umano in ogni fase della sua vita, specialmente nelle situazioni di completa vulnerabilità, è un principio fondamentale in una società democratica».

Oltre a radicarsi in questo profondo convincimento, il presunto “diritto all’aborto” non trova alcun riferimento né nel diritto europeo né in quello internazionale.

«Né la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue né la Convenzione europea dei diritti fondamentali (Cedu) approvano tale diritto all’aborto», recita il documento della Comece.

Al contrario, la Corte europea dei diritti umani ha sancito come diritto umano fondamentale il diritto alla vita.

L’invito dei vescovi è dunque quello di rispettare le tradizioni costituzionali di ciascun Paese e di non iniziare a porre in essere un passo così avventato, come quello di inserire il diritto all’aborto all’interno della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, passo che peraltro richiederebbe un iter lungo e complesso, che vedrebbe coinvolti tutti gli Stati membri.

Ma perché, ti chiederai, la Commissione dei vescovi europei ha sentito l’esigenza di pronunciarsi in materia?

Perché soltanto lo scorso anno, in ben due occasioni, si sono palesate intenzioni del genere. Prima ad opera del presidente francese Macron, ad inizio 2022, successivamente da parte del Parlamento europeo nel luglio dello stesso anno.

Memori di ciò che è accaduto negli Stati Uniti, gran parte dei cultori della morte vorrebbero così “blindare” la possibilità che il vento che soffia da Ovest possa entrare anche in Europa.

Bene ha fatto la Comece a ricordare come stiano effettivamente le cose.

Perché il cortocircuito logico che domina l’aborto è davvero spaventoso: a parole si dice di essere a favore della vita e di essere pronti a difendere i diritti umani, poi però quando si parla appunto di aborto, ecco che si spegne improvvisamente il cervello.

Noi dobbiamo spingere affinché i cervelli delle persone riprendano ad attivarsi, non permettendo che si facciano obnubilare dai venti mortiferi del nostro tempo.

Dacci una mano e lotta assieme a noi!

Se non l’hai già fatto, ricordati inoltre di firmare la petizione che abbiamo lanciato ieri, indirizzata al ministro dell’Istruzione Valditara, per impedire che nelle nostre scuole sia riconosciuta l’identità alias.


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