L’eutanasia di coppia avanza

L’eutanasia di coppia avanza

L’eutanasia ormai è diventato costume sociale.

Si sa che i provvedimenti legislativi ben presto “creano costume”, ma quel che sta accadendo nei Paesi Bassi supera davvero ogni immaginazione.

Lunedì scorso, infatti, l’ex premier olandese Dries Van Agt e la moglie, entrambi di 93 anni, hanno praticato la cosiddetta “eutanasia di coppia”, pratica di cui ti avevamo già parlato in passato.

Il Corriere della Sera riporta che le persone che sono ricorse all’eutanasia di coppia, nei Paesi Bassi, sono passate dalle 22 del 2020 – anno in cui fu introdotta – alle 58 del 2022. E il trend è in costante crescita.

Quel che è ancora più significativo è il fatto che Dries van Agt era un politico di primo piano del partito Cristiano-Democratico ed era di fede cattolica, assieme alla moglie.

A dimostrazione del fatto che l’Occidente, e in particolar modo l’Europa, si trova immerso lungo un corso d’acqua che sembra trascinare tutto e tutti con sé.

E la cosa più scandalosa è che non si odono proteste, non si grida allo scandalo, se non da parte di sparute minoranze, accusate per questo di essere “disumane”, “feudali” ecc.

È come se grandissima parte della popolazione europea non voglia credere che, di questo passo, si arriverà ad un futuro non così distante, in cui ciò che oggi appare come il frutto di un “libera scelta”, un domani lo Stato “x” o la società in generale potrebbero imporre – esplicitamente o implicitamente – come obbligo sociale a cui sottostare.

Per quale motivo?

Le ragioni che si potrebbero addurre sarebbero diverse: per ragioni “etiche”, per finalità “umanitarie”, o molto più semplicemente per salvaguardare le casse pubbliche; per alleggerire il sistema del welfare che presenta costi sempre più insostenibili alla luce del vertiginoso calo demografico.

Per importanti “ragioni di Stato”, insomma.

Se ti fermi a riflettere per un istante, una volta abbattuto il principio per cui la vita è sacra, inizia a diventare di “nostra” disponibilità o di altri e di essa sarà possibile fare tutto ciò che si desidera.

Non crediamo ci voglia un genio per comprendere ciò, eppure noi veniamo spesso accusati di essere persone retrograde.

O ancor peggio, di “non avere rispetto” delle persone affette da gravi malattie.

Giovanni Paolo II, nell’enciclica Evangelium vitae, ricordava che “ciò che potrebbe sembrare logico e umano, visto in profondità si presenta assurdo e disumano”.

Concludendo, quindi, che ci troviamo “di fronte a uno dei sintomi più allarmanti della cultura di morte” (n. 64).

Noi non vogliamo far parte degli ignavi di cui parlava Dante, non possiamo e non vogliamo restare inermi dinanzi ad un futuro che si presenta quanto mai minaccioso.

È necessario agire e farlo nel più breve tempo. Ti chiediamo di unirti a noi e di aiutarci a fronteggiare questo terribile assalto proveniente dalla cultura di morte.


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