Maternità surrogata come reato universale: scintille in aula al Senato!
Clima di altissima tensione al Senato per l'arrivo del ddl n. 824 sulla maternità surrogata, che ha già superato il vaglio della Camera.
Il tema, che divide profondamente l'opinione pubblica e la politica, infiamma il dibattito e accende gli animi dei parlamentari.
La proposta di legge introduce una modifica significativa all’articolo 12 della legge n. 40 del 2004, con un impatto dirompente. Al comma 6, si fa riferimento alla "commercializzazione di gameti o di embrioni e alla surrogazione di maternità", chiarendo che chiunque realizzi, organizzi o persino promuova tali attività sarà colpevole di un vero e proprio reato.
Le pene non sono leggere: si va da tre mesi fino a due anni di reclusione, accompagnate da multe salatissime che variano da 600.000 a un milione di euro.
La novità, rispetto al passato, è l'estensione della giurisdizione italiana: essa punirà la maternità surrogata anche se praticata all'estero, persino in Paesi dove tale procedura è pienamente legale, imponendo un controllo senza confini che amplifica il potere coercitivo della norma.
A Palazzo Madama, il clima è incandescente: gli interventi dei senatori si susseguono in un crescendo di tensione, ma chi ha l'arduo compito di mantenere l'ordine in aula fatica a far procedere i lavori, tra interruzioni incessanti e accesi battibecchi.
La presidente di turno, Mariolina Castellone, esasperata dai continui disordini, arriva più volte a minacciare la sospensione della seduta, simbolo di una discussione sempre più fuori controllo.
Il tema divide profondamente: da un lato, la maggioranza difende la legge come baluardo di dignità e moralità, come afferma il senatore leghista Massimiliano Romeo, paragonando la pratica alla schiavitù moderna.
Dall’altro, l’opposizione grida allo scandalo.
Elisa Pirro del M5S denuncia il "comunismo degli organi", mentre Nichi Vendola attacca la maggioranza per essere sempre "dall’altra parte della barricata" sui diritti civili. Il senatore Verini del PD si scaglia contro quella che definisce "una norma manifesto" della destra, mentre Ilaria Cucchi (Alleanza Verdi Sinistra) la bolla come "giuridicamente infondata e incostituzionale".
Fuori dall'aula, la mobilitazione delle associazioni contro la legge è forte. Riccardo Magi (+Europa) definisce il ddl Varchi "propagandistico e ideologico", mentre Elena Cattaneo denuncia l'ipocrisia della maggioranza, parlando di "manifesto ideologico" che ignora la libertà e l’autodeterminazione delle persone.
La battaglia è più che mai accesa, e lo scontro si fa sempre più feroce, con le coscienze collettive profondamente turbate da un tema che divide l’anima stessa del Paese.
Ma una cosa è certa...
Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a questa pratica disumana, che trasforma il corpo delle donne in un mezzo di produzione e i bambini in meri oggetti di compravendita.
Per questo, se non l'hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione indirizzata ai membri del Senato, affinché approvino con massima urgenza una legge fondamentale che renderà l'utero in affitto un reato universale.
Il Parlamento deve prendere urgentemente una decisione definitiva, per mettere fine a una delle più atroci e inaccettabili forme di sfruttamento e mercificazione che colpiscono le donne e i bambini.
È una violazione dei diritti umani senza precedenti!
Dobbiamo agire adesso, prima che sia troppo tardi!