
Non chiamatelo progresso o diritto. L’aborto chimico è un inganno!
Ci raccontano che la pillola abortiva sia sicura, semplice, “a misura di donna”. Ci dicono che basti inghiottire due compresse per risolvere un “problema”.
Ma la verità è un’altra, e i dati parlano chiaro!
Negli Stati Uniti, dove la RU486 è in uso da oltre vent’anni, il Dipartimento della Salute ha finalmente avviato una revisione nazionale sui suoi effetti.
Non si tratta di supposizioni ideologiche, ma di dati reali: su 865.727 aborti farmacologici analizzati tra il 2017 e il 2023, più di una donna su dieci ha riportato eventi avversi gravi.
Infezioni, emorragie, sepsi, ricoveri urgenti, trasfusioni, interventi chirurgici: complicazioni concrete, dolorose, potenzialmente letali.
E c’è di più: oltre 45.000 donne hanno avuto bisogno di un secondo aborto, perché il primo – quello “chimico” – non era riuscito. Alcune hanno dovuto affrontarne addirittura tre.
Un tasso di fallimento del 5,26%, quasi il doppio rispetto a quanto dichiarato dall’FDA sull’etichetta del farmaco.
Come si può chiamare “scelta libera” qualcosa che lascia così tante donne a metà strada, con un trauma che si moltiplica?
In Italia, intanto, assistiamo a una spinta opposta: deospedalizzare, rendere l’aborto farmacologico una procedura “domestica”.
Due sole Regioni – Lazio ed Emilia-Romagna – permettono già di assumere la seconda pillola a casa. La motivazione? Ridurre i costi, semplificare, “normalizzare”.
Ma cosa significa, nella realtà? Significa lasciare una donna sola, a gestire perdite di sangue, dolore, complicazioni impreviste, con il rischio di dover correre al pronto soccorso senza alcuna tutela.
Lo chiamano “appropriatezza”, ma è l’esatto contrario: un abbandono mascherato da libertà.
Di fronte a questa deriva, è urgente alzare la voce!
Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione “Fermiamo l’aborto chimico!”, promossa da Generazione Voglio Vivere.
È un atto concreto che ognuno di noi può compiere: significa opporsi a un sistema che banalizza la vita, dire NO alla solitudine e all’inganno, e affermare il valore di una società che protegge i più fragili.
Ma non basta firmare! Perché la menzogna sull’aborto chimico si diffonde ovunque: nelle scuole, sui media, nelle campagne ideologiche.
Per questo, vogliamo potenziare la nostra grande campagna di sensibilizzazione online, per informare migliaia di persone sui rischi reali e taciuti della pillola abortiva. Ma per farlo, abbiamo urgente bisogno del tuo aiuto!
Insieme possiamo rompere il silenzio e diffondere la verità!
E a livello globale c’è chi spinge ancora oltre.
Organizzazioni come Women on Web, attiva in quasi 200 Paesi, spediscono pillole abortive direttamente a casa, con un questionario online e un’email di istruzioni.
Si presenta come telemedicina, ma nella realtà riduce l’aborto a un pacco consegnato in 24 ore, senza visite, senza monitoraggio, senza presenza.
E anche qui, le complicazioni non mancano: migliaia di donne si ritrovano a gestire da sole emergenze improvvise, convinte che fosse “tutto sicuro”.
È questo il progresso che ci propongono? Trasformare un dramma in un atto solitario e freddo, ridotto a “protocollo ambulatoriale” o “spedizione postale”?
Un aborto farmacologico non è mai una “cura”. È un trauma profondo, fisico e psicologico. È la promessa di un sollievo che si trasforma in complicazione, isolamento, senso di colpa.
Non possiamo accettare che la vita – della madre e del figlio – venga ridotta a un calcolo economico o a un numero di statistiche. Non possiamo accettare che si banalizzi ciò che banalizzabile non è.
Dietro ogni aborto farmacologico ci sono due vite spezzate: quella del bambino che non vedrà mai la luce e quella della donna, lasciata sola con una ferita che nessuna pillola potrà mai rimarginare.
E allora diciamolo chiaramente: l’aborto farmacologico non è progresso, è un inganno!
Oggi è il momento di scegliere: o restiamo in silenzio, e lasciamo che l’aborto chimico distrugga vite e coscienze, oppure alziamo la voce, e dimostriamo che la vita non si inganna, non si compra e non si spegne.